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Rifugiati di minoranza sessuale e povertà nel Regno Unito

 

 

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I risultati preliminari di una ricerca condotta da MRI sulla situazione dei rifugiati gay e lesbiche nel Regno Unito. L’86% degli intervistati ritiene di essere stato emarginato a causa del proprio orientamento sessuale.





 


Micro Rainbow International (MRI) è un’impresa sociale fondata da Sebastian Rocca, imprenditore sociale e attivista LGBTI.sebastian-rocca

Il team di MRI, crede che molte persone gay e lesbiche in tutto il mondo siano povere a causa del loro orientamento sessuale e/oidentità di genere, e che le persone omosessuali che vivono in situazioni di povertà possano uscirne se sono date loro leopportunità. In questa fase del nostro sviluppo abbiamo testato le nostre ipotesi attraverso due progetti di ricerca in Brasile e nel Regno Unito.

 

In questo articolo condividiamo alcuni risultati preliminari della ricerca MRI sulla situazione di povertà dei rifugiati gay e lesbiche nel Regno Unito. rifugiata nigeriana

«Abbiamo concentrato l'analisi su due città, Londra e Manchester, - precisano i responsabili di MRI - e intervistato 50 rifugiati gay e lesbiche utilizzando un questionario strutturato. Abbiamo preso in considerazione le questioni materiali che definiscono la loro vita nel Regno Unito e qui di seguito vi proponiamo alcuni dei dati emersi da queste interviste».

 

La ricerca dimostra che questo gruppo di rifugiati soffre di isolamento dalla propria comunità e dai membri della loro famiglia più di altri rifugiati, così come dalla più ampia comunità lesbica e gay. Questi due fattori li rendono più esposti al rischio di povertà.

 

Il 60 % degli intervistati ha affermato che uno dei principali ostacoli alla ricerca di un’occupazione era la loro mancanza di esperienza di lavoro nel Regno Unito. Molti hanno dichiarato che la mancanza di esperienza dipendeva per lo più dal fatto che il sesso, la razza, e il loro orientamento sessuale, li aveva messi ai margini della società e del mercato del lavoro. Molte di queste rifugiato siriano
persone hanno detto che il loro lavoro ideale era quello che avevano in precedenza mentre vivevano nel loro Paese di origine ed altri hanno condiviso quale sarebbe il loro "lavoro ideale". In entrambi i casi tutti gli intervistati ritengono di non poter ottenere questi impieghi specialmente a causa di una mancanza di risorse da investire nei loro studi.

 

L’indagine pone l’accento anche sui modi in cui la discriminazione opera. L’86% degli intervistati ritiene di essere stato emarginato a causa del proprio orientamento sessuale, questo sia nel loro Paese di origine che nel Regno Unito. Accanto ai molteplici episodi di discriminazione che hanno dovuto affrontare nel loro Paese di origine, queste persone si sono rese conto che emigrare non ha risolto il problema dell’emarginazione perché hanno trovato altre forme di discriminazione legate alla sessualità e allo stigma sociale anche nel Regno Unito.
«Quando ho fatto la domanda per un posto di lavoro, - ha spiegato una rifugiata lesbica Giamaicana - nel questionario mi hanno chiesto di indicare il mio orientamento sessuale, io ho scritto lesbica, loro mi hanno domandato perché avessi scritto lesbica, visto che il mio orientamento sessuale non era visibile. Io ho risposto, sono in Gran Bretagna e posso essere aperta circa la mia sessualità. Beh a lui non e’ piaciuto!».

Nel corso dell’inchiesta, agli intervistati è stato chiesto se si fossero mai sentiti discriminati a causa del loro status di rifugiati. Solo 17 rifugiati hanno detto di non esserlo stati, ma i restanti 33 hanno risposto di sì. Tuttavia, tra i 17 che hanno rifugiata pakistana
affermato di non essere stati discriminati per essere rifugiati, quattro hanno affermato di essersi sentiti comunque emarginati a causa della loro razza e nazionalità.

 

Alla domanda "Che cosa cambieresti della tua vita nel regno Unito", 30 degli intervistati hanno risposto di voler trovare un nuovo lavoro o cambiare il lavoro che stanno attualmente facendo. La mancanza di opportunità lavoro e lo svolgere lavori sotto-qualificati sono percepiti come ostacoli tangibili per il loro benessere.

 

Questi sono solo alcuni dei risultati preliminari emersi dall'analisi dei questionari e MRI ne condivideà altri al più presto. Nei prossimi mesi sarà pubblicata la ricerca completa compreso un elenco di consigli su come la situazione di povertà dei rifugiati gay e lesbiche nel Regno Unito potrebbe essere affrontata. Nel frattempo, se volete essere informati su questa ricerca e sullo sviluppo delle attività di MRI potete lasciare il vostro indirizzo e-mail sul sito di MRI o potete seguire l’associazione su Facebook o Twitter

Alla realizzazione dell’articolo ha collaborato Calogero Giametta, Consulente di Micro Rainbow International London, United Kingdom.
A cura di Tobias Pellicciari

(La biografia di Tobias Pellicciari è pubblicata nel precedente articolo)

 

 

 

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