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Omo/transfobia, ma quando diremo: adesso basta!
Ancora l’ennesima vile aggressione a Roma, dove botte e insulti per gay, lesbiche e trans sono ormai una incivile consuetudine. (...)
La violenza omo/trasfobica continua a mietere vittime e il Sindaco tace. Ancora violenza. L’omo/transfobia non si ferma anzi a Roma e nel Lazio si registra una escalation di aggressioni.
Tutte queste dimostrazioni di intolleranza generano rabbia, senso di impotenza, ma quello che poi colpisce sono le ragioni sottese a questi atti: senza motivo o con giustificazioni pregiudizievoli, come ad esempio la spiegazione fornita alla polizia dallo stupratore del ventenne a Tor Marancia:«Tanto è frocio, gli sarebbe piaciuto».
E se ci pensate bene è lo stessa logica che porta certi “maschietti” a sostenere che una donna è lesbica perché è brutta o perché non ha ancora incontrato “un vero uomo”.
E poi qualcuno ha il coraggio di sostenere che siamo noi, persone LGBTQ, ad essere malate e a doverci sottoporre a terapie che ci curino e ci rendano “normali”.
Ma vi sembra “normale” insultare, aggredire, picchiare, sfregiare una persona perché si innamora di una persona dello stesso sesso?
A me sembra che queste persone sono gravemente malate, loro sì, e vanno prima disciplinate da una legge e poi curate.
Curare la omo/transfobia
Ma cosa possiamo aspettarci da un Paese che annovera tra gli omo/transfobici deputati, senatori, arcivescovi, personaggi della cultura e dello spettacolo? Da un Paese che non solo non riesce a riconoscere i diritti alle persone LGBTQ ma non è nemmeno in grado di approvare una legge contro l’omo/transfobia?
Da un Paese che ha trasformato Senato e Parlamento da luoghi deputati a scrivere e votare leggi per il bene del cittadino a luoghi deputati a garantire privilegi e favori alla Casta divenendo così solo la culla della “privilegiocrazia”?
Da un Paese dove un calciatore della Nazionale si permette di affermare: «Froci in nazionale? Speriamo di no!».
Però questo stesso Paese riesce a definire famiglia “quattro suore” mentre non ritiene che lo sia una coppia di gay o lesbiche. Non ci credete? E’ accaduto a Firenze, lo ha raccontato Claudia Livi, consigliere comunale del PD nel capoluogo toscano. Ovviamente questo consentirà alle suorine di godere di tutte le agevolazioni riservate alle famiglie. Claudia Livi ha votato sì sperando che questa decisione “consolidi il concetto di pluralità di famiglie”.
Dare un segnale forte (12 giugno 2012)
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