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Cosa ci insegna la Val di Susa

 

 

rivoluzione-francese

Comunque la pensiate sulla T.AV., vi invito a una breve riflessione.    





Forse il titolo avrebbe dovuto essere “Cosa dovrebbe insegnare ai Politici italiani la protesta in Val di Susa”, ma per una volta permettetemi di farmi i fatti nostri…

E i “fatti nostri” sono proprio ciò per cui da anni cresce la protesta di una gran parte degli abitanti della Val di Susa. “Fatti nostri” sono la qualità della vita e dell’ambiente nel quale cerchiamo di portare avanti l’arco della nostra esistenza, “fatti nostri” sono gli ideali e le leggi democratiche nelle quali presumiamo vorremmo vivere e crescere i nostri figli, “fatti nostri” sono la gestione parlamentare e amministrativa di questo Paese, del continente europeo, di questo piccolo pianeta.

Partendo dalla fine, che forse è poi l’inizio…, noi sappiamo ormai fin troppo bene che questo “piccolo pianeta” è violentato dagli interessi economici e speculativi di un’elite. Con “elite” intendo gruppi di potere che celandosi dietro anonime società di comodo manovrano continenti e nazioni per i loro fini. Quali “fini”? I soliti… denaro e potere, nell’ordine che preferite.
Comunque la pensiate, quando a muovere le azioni industriali della F.I.A.T. c’era la faccia abbronzata di Gianni Agnelli la storia era tutta un’altra storia. Oggi a fare l’A.D. della F.I.A.T. c’è un certo Sergio Marchionne, una specie di burattino, ma poi? Chi è che tira i fili delle sue azioni? Quali “eminenze grigie” dirigono le sue azioni?
C’è un’infinita successione di scatole cinesi, un puzzle intricato che apparentemente è irrisolvibile.
Ma dietro tutto ciò? 

A qualcuno queste mie descrizioni faranno venire in mente le “teorie del Complotto”, quelle che riprendono slancio ogniqualvolta certiValdiSusa Febbraio2012 accadimenti sconvolgono il classico tran tran (di guerre, rivoluzioni e co.) di questo piccolo pianeta…
Resta il fatto che, anche se non in forma coordinata e prestabilita, alcuni “soggetti” guadagnano indiscriminatamente dalle tragedie che ci accadono, dai rivolgimenti socio-politici, e anche dalle catastrofi naturali. Tanto per fare un piccolo esempio: vi ricordate i commenti della “cricca” dopo il terremoto de L’Aquila? Sul sangue e la tragedia degli Aquilani c’era qualcuno che si preparava a trarre un lucroso profitto. 

A parte il fatto che non ho mai apprezzato né considerato valido per l’essere umano l’ideale di Nazione, un accrocco artificiale gettato sopra persone assolutamente diverse… E che per il solo fatto di essere nati in un determinato luogo dà il diritto ad alcuni di fregiarsi di vantaggi, privilegi e prerogative e ad altri no… Questa idea di Unione europea si dimostra ogni giorno di più solo un altro esempio di teatrino. Alle spalle dei vari Sarkozy e Merkel chi ci sarà se non le solite “eminenze grigie” che tirano i fili di queste “marionette altre”? L’esempio di come da anni si comporta l’Unione europea nei confronti della Grecia è sin troppo manifesto a tutti quelli che non hanno le patate sugli occhi… Per non parlare poi dei cosiddetti “Stati canaglia” ai quali - a seconda del vento che tira – si danno sanzioni o si propongono affari economici.  

E arrivando infine all’Italia… Ma di che cosa vogliamo ancora parlare?
Dallo scoppio dell’inchiesta Mani Pulite ne abbiamo lette e viste davvero di tutti i colori, e ogni volta che si scoperchia una pentola non è ancora finita, di “merdaccia” ce n’è sempre di nuova.
Dunque in questo nostro Bel Paese sarebbe giusto, a questo punto, fare una bella Tabula rasa (sia in senso letterale che pratico) della maggior parte dei Partiti Politici esistenti e della maggior parte delle persone che siedono a capo delle Istituzioni. Sarebbe il caso di riscoprire - come non manca di ripetere da tempo Michele Ainis – la formula della cosiddetta "Democrazia Partecipativa".  


Nella puntata del 1 marzo 2012 di Servizio Pubblico il noto costituzionalista Michele Ainis ha affermato: «Il rischio è che poi le Val di Susa siano tante in Italia, è un Paese sempre più lacerato in cui le Istituzioni e i cittadini viaggiano su binari ormai separati, in cui ci sono mille corporazioni… ciascuna delle quali detta legge, e in cui c’è una “democrazia malata”. Ora la democrazia che cos’è? L’abbiamo evocata più volte… Io direi che è un curioso animale a tre zampe, perché c’è una “democrazia delegata”, rappresentativa, ed è quella con cui io voto per il consigliere comunale, ma che peraltro non è l’unica forma di democrazia. E in questo momento la crisi di legittimazione, la crisi di fiducia nei Partiti… il cui gradimento è all’8%: è un dato molto preoccupante, Diamanti dice al 4% addirittura. Allora visto che poi il luogo dei Partiti è il Parlamento, le due crisi rimbalzano una addosso all’altra: crisi di legittimazione, di autorevolezza, crisi di rapporto con la cittadinanza. Quindi noi abbiamo una “democrazia delegata” che funziona male. Non abbiamo sostanzialmente strumenti di “democrazia diretta” (che è la seconda zampa su cui questo animale cammina), perché abbiamo soltanto i referendum con mille limiti, tant’è che non abbiamo neppure potuto votare per il referendum sul Porcellum… Legittimamente leggendo la Costituzione, ma la Costituzione si potrebbe anche modificare… E poi ci sarebbe la “terza zampa” che è la “democrazia partecipativa”, si legge sui manuali di Diritto costituzionale, cioè quella in cui associandoti in Partiti o in altri moduli organizzativi concorri a determinare la politica nazionale… 
Quello che è accaduto è che i Partiti che dovrebbero essere, a leggere l’articolo 49 della Costituzione (Art. 49: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale), comprimari di questa scena ne sono diventati protagonisti solitari, e quando un protagonista solitario divorzia dal suo popolo – c’è anche una crisi di iscrizioni o gli iscritti talvolta sono fasulli - … Ecco io credo che a questo punto non bastano più dei “ritocchini”, bisogna un po’ ristrutturarlo questo nostro modello di democrazia, bisogna ristrutturarlo anche con soluzioni forti… 
Io avevo immaginato, facendo saltare molte persone dalla sedia… m era magari più una provocazione che una proposta… Quella di immaginare una Camera dei cittadini formata per sorteggio, che si affianchi alla Camera dei deputati che fa le leggi che dà la fiducia al Governo, ma che però in qualche modo la pungoli, la controlli e si occupi delle questioni sulle quali i parlamentari sarebbero in conflitto di interessi: dal finanziamento dei Partiti alla verifica delle elezioni, alle autorizzazioni a procedere… Il sorteggio, continuo in questa mia “eresia costituzionale” – anche se la democrazia nasce con il sorteggio 25 secoli fa -, significa che ogni cittadino è in grado di servire, siamo tutti veramente uguali…»

E allora chiediamoci: cosa sono i gruppi di cittadini della Val di Susa che si sono associati per opporsi al progetto della T.A.V. (poi modificato in T.A.C., Treni ad Alta Capacità) se non quelli che Ainis definisce i “moduli organizzativi” che possono concorrere a determinare la politica nazionale?

Quacuno si è arrogato la facoltà di definirli gruppi Anarco-insurrezionalisti o anche Black-Bloc… Ma a scorrere i filmati, ad ascoltare le interviste che hanno rilasciato, l’umanità che si oppone alla TAV/TAC sembra composta più da attempati e tranquilli signori e signore di mezza età, di valligiani offesi nella loro libertà, nei loro diritti, nella fede che per decenni avevano nutrito verso Stato e Istituzioni, che non da terroristi e belligeranti eversori. Osservandoli non ho mai avuto l’impressione di essere di fronte a un gruppo di dinamitardi intenzionati a mettere a ferro e a fuoco una parte del territorio italiano. Nei filmati, se qualche volta mi è capitato di vedere fumogeni e gas lacrimogeni, i protagonisti erano altri, e purtroppo vestivano una divisa. 

Io sono una tranquilla cittadina di mezza età, che per gran parte della sua vita ha demandato ad altri il compito di governare il suosgomberonotav valdisusa2012 Paese. I miei principali atti politici, oltre all’espressione del voto, si sono ridotti ad esprimere opinioni, a sfilare in pubbliche manifestazioni autorizzate, nello scrivere su giornali e Web.
Ma negli ultimi mesi qualcosa mi ha costretto a modificare il mio atteggiamento.
Questo “qualcosa” mi ha spinto a capire che delegare ad altri le mie istanze non era più sufficiente, non bastava… non funzionava più.
E che cos’è questo “Qualcosa”?
Gran parte dei politici - di questi “altri” (che li avessi delegati io o miei concittadini), ha usato ed usa di quel mandato per acquisire privilegi, altro potere e vantaggi economici.
La “democrazia delegata”, così come è stata messa in atto in Italia, ha mostrato i suoi limiti irreversibili. L’esperienza di mani pulite ci ha mostrato i danni del virus ma senza riuscire a debellarlo completamente. Questi parassiti hanno soltanto modificato aspetto, nome, ma non tecnica di mantenimento.

 

Il pensiero di Ainis per qualcuno potrà essere parziale, un po’ funambolico e molto idealista, ma costringe noi tutti a considerare in modo diverso i fatti che coinvolgono la Val di Susa e i suoi abitanti. La mancata resa di quella popolazione ad una logica aberrante di modernità e progresso ci offre un esempio importante, che può alimentare oltreché la speranza la voglia di fare, di cambiare, il desiderio di democrazia e trasparenza che sembravano perduti.

 

In Italia (a parte quella celebre del 1799 a Napoli) le rivoluzioni non sono mai state un must, tutt’altro. All’ombra del Cupolone si sono sempre preferite le dinamiche dei piccoli passi, la diplomazia e gli inciuci… Ma forse – meglio tardi che mai – anche noi stiamo iniziando a svegliarci. Forse – ampliando la nostra istruzione – siamo finalmente in grado di capire che quanto pretendiamo non è né sovversivo né anticostituzionale, che semplicemente opporre il proprio corpo a un’opera di sbancamento del territorio non è un crimine né un reato.
Ho sentito fare un esempio in questi giorni: qualcuno ha ricordato di quando i Partigiani si opponevano alle leggi fasciste, vi ricordate? Uomini che si opponevano alle leggi di uno Stato. Quelle leggi erano antisemite, e quello Stato era rappresentato da una dittatura fascista. Quelli che oggi chiamiamo "eroi", nel loro tempo erano contravventori delle leggi dello Stato, imputabili di arresto, condanna ed esecuzione.
Oggi noi siamo in una “democrazia malata”, la “democrazia delegata” non funziona: che fare? Come opporsi – a rigor di Leggi & Diritto – a ciò che ogni giorno distrugge i Beni comuni, limita la libertà degli individui, censura la comunicazione dei mass media?

 

Dare vita in ogni modo e secondo tutte le forme possibili a “moduli organizzativi”, come recita l’Art.49 della Costituzione: Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale, secondo un modello che non c’è, ma che non è necessario, seguendo l’esempio mostratoci dal popolo della Val di Susa, pretendendo l’apertura di tavoli di dialogo e confronto, senza mai cedere alla tentazione della violenza, cercando di ricordare gli ideali più alti della democrazia.

 

Fino a qualche tempo fa io sapevo solo vagamente dove si trova la Val di Susa, oggi so che quella piccola parte del territorio italiano è un esempio, può rappresentare un esempio concreto per noi tutti, e non solo per chi ha avuto la casualità di nascere in questa nazione.
Flaminia P. Mancinelli   


n
Michele Ainis, costituzionalista,
a Servizio Pubblico

(L'intervento è nella seconda
parte del video)
Barbara DeBernardi, mamma no-Tav 




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