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Diversamente uguali

 

arcigay

Dovrebbe far riflettere la nuova campagna nazionale di Arcigay “STORIE – racconti di ordinaria diversità” con Vanda, Valeria, Marco e Mariella come testimonial. 



Nata dall’incontro di Arcigay e DRAFTFCB è stata avviata nel mese di novembre con la raccolta di video-testimonianze spontanee di giovani e meno giovani lesbiche e gay, ma anche di quelle di alcuni genitori con il racconto delle loro vite insieme. Questo, per favorire l’ascolto e raccontare una quotidianità troppo spesso invisibile nella sua serenità.

diversamente uguali

E proprio la serenità espressa nei video si contrappone alle continue aggressioni verbali espresse nei confronti delle persone omo/transessuali e alla disperazione e alla discriminazione che ancora oggi in Italia induce gay, lesbiche e transgender a tentare il suicidio. Una serenità che molte persone omosessuali vorrebbero ma che non possono trovare in un Paese che soffre di omofobia, transfobia e razzismo.

IL CUORE DELLA CAMPAGNA
Il cuore della campagna è l’apertura al dialogo, all’ascolto, direttamente dalle voci di cittadini e cittadine italiane che si dicono diversamente uguali. Due mamme, una ragazza lesbica e un professionista gay sono i volti e le voci scelte tra i decine di racconti e contributi video arrivati a Arcigay nel corso di questi mesi. Dai loro racconti emerge il fil rouge, comune a molte delle storie ricevute, ovvero il messaggio che essere omosessuali non significa essere diversi. Significa, al contrario, avere una vita uguale a molte altre, una vita fatta di famiglia, affetti, lavoro e amici. Significa forse raccogliere una sfida in più: quella di dover in qualche caso, dire a gran voce, che si è uguali, diversamente uguali.


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 Il video di Vanda  Il video di Valeria
Il video di Mariella   Il video di Marco

 

IL SILENZIO UCCIDE 
«Il silenzio uccide l’identità sia come madre che come figlio», lo sostiene Vanda una delle due mamme protagoniste dei video-racconti. «La condizione di omosessuale se vissuta in modo tranquillo, corretto, - sottolinea Marco, affermato professionista - non comporta, contrariamente a quello che molti possono sostenere, un limite o un problema in quella che può essere la vita professionale».

C’è poi Valeria, una ragazza lesbica che vive e lavora a Parma e che racconta: «Ho fatto finta di niente, mia mamma mi ha ripetuto la domanda: Valeria me lo diresti? E io: Sì. E allora lei: Ma lo sei? Ed io: Sì». 
Infine Mariella, una mamma di Roma, spiega come è essere madre di una ragazza che ama le ragazze: «Una mamma può essere solo che contenta di entrare nel mondo della figlia; per me mia figlia non è cambiata, la amo davvero tanto, soprattutto adesso, perché so chi è. Essere lesbica, essere omosessuale è un fatto naturale… l’essere non cambia».

«E’ finalmente una campagna che va direttamente al cuore degli eterosessuali e che narra, fuori dallo stereotipo, la serenità che molti di noi vivono oggi. – ha spiegato Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay – Sono sicuro che la campagna, che crea immediata identificazione, risolverà molti dei dubbi di coloro che faticano a confrontarsi con noi. Di più, aiuterà molti gay e lesbiche -che hanno ancora il terrore di raccontarsi- a farlo. Sognavamo da tempo di poter parlare al ventre del Paese, su settimanali, quotidiani e riviste a grande tiratura e di aprire un canale di dialogo sul Web. Dobbiamo ringraziare fortemente DRAFTFCB e i partner Weber Shandwick e Initiative media, per aver tradotto in realtà la nostra voglia di parlare a tutto il Paese».  

«Siamo consci che stiamo trattando un tema tabù per molti in Italia. - ha sottolineato Stefano Del Frate, amministratore delegato di DRAFTFCB - Solo il fatto che non si riesca a far approvare una legge contro la violenza omofobica testimonia dell’arretratezza che si respira da noi su questi temi. Per questo abbiamo sentito la necessità di una campagna che rivolga un forte invito alla conoscenza e la condivisione di esperienze reali, nella speranza che questo rappresenti il primo passo verso una maggiore comprensione reciproca».  

INVIARE VIDEO-STORIE
Gli annunci dei quattro testimonial prendono forma in una campagna pubblicitaria per stampa e web che raffigura i loro volti in primo piano con una frase teaser lasciata incompleta.

Sulle loro bocche il "QR code" (il codice a barre bidimensionale) per visualizzare - collegandosi al sito www.diversamenteuguali.org - la video testimonianza di ciascuno di loro.

Il sito Diversamenteuguali.org, ha inoltre uno spazio per commentare ed inviare le proprie video-storie, un modo per alimentare la discussione intorno ai temi più comuni che riguardano il mondo omosessuale, dal coming out in famiglia, agli affetti al lavoro. Uno spazio dove visibilità e partecipazione danno voce a gay e lesbiche per ascoltare e ascoltarsi e riconoscersi in storie ordinarie e straordinarie di vita di tutti i giorni. 
Marinella Zetti



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