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In preparazione del Pride 2012

 

rainbow pride

Lentamente, come ognivolta, la macchina organizzatrice del Pride ha iniziato a scaldare i motori. Per prima cosa la location per il Pride nazionale: occorre accordarsi... 

 

 

 

 

 

• L’AQUILA PRIDE 2012: “Ricostruiamo l’Italia dei Diritti”

   • PRIDE: andare oltre o tornare indietro?

 

Pride: andare oltre o tornare indietro?
Nato più di 40 anni fa come celebrazione contro l'ennesimo sopruso, è stato il perno della visibilità della comunità delle persone trans, gay, lesbiche, bisessuali, intersessuati.
Dopo tutto questo tempo, la celebrazione dell’orgoglio della discriminazione e dell’identità attraverso il linguaggio dello scandalo, dell'ironia, del glamour, del corpo esposto sta diventando sempre più un “evento” in cui dominano show business, serate in discoteca, eventi e pop star, Oggi, con una preoccupante accelerazione registrata negli ultimi anni, non sembra più essere un momento di unità, di riconoscimento, di celebrazione e di rivendicazione di una comunità di persone che sono socialmente più inserite di quanto non lo fossero 40 anni fa, ma per le quali, in Italia, il traguardo dell’uguaglianza e della parità delle opportunità è ancora lontano, troppo lontano. 
 

Pride "Spettacolo"
La visione di un Pride prigioniero di linguaggi autocelebrativi, della logica dell’evento spettacolare, della finzione unitaria, della gabbia stretta delle categorie dovrebbe essere scardinata e superata. La comunità LGBTQI dovrebbe riprendersi il percorso di analisi e rivendicazione che ha tracciato nel tempo, recuperare la pratica del dialogo con la società e della costruzione del Pride come momento di espressione di una città attraverso la sfolgorante vivacità della sua comunità LGBTQI e non come evento che accade nella città, ma da cui è sostanzialmente estraneo. La chimera del successo dei numeri e dei titoli sui giornali ha eclissato l’insuccesso perdurante della mancanza assoluta di risultato concreti: più i numeri, veri o presunti, crescevano, più gli obiettivi si allontanavano. All’emozione che riempie gli occhi con la folla del Circo Massimo, corrisponde oggi la tristezza che gonfia il cuore per i diritti negati, per chi è ancora vittima della violenza e dello stigma, per lo scenario cupo della crisi su cui tutta questa joie de vivre si proietta.

Lo “spettacolo” della parata nelle strade e nelle piazze, pur apprezzato dal “pubblico”, è lontano in modo stridente da ciò che le persone “comuni” percepiscono come problemi cogenti: lavoro, pensioni, crisi, sacrifici economici e sociali. In questo modo, la comunità LGBTQI perpetua ed aggrava la sua separazione dal resto del mondo, anche dal resto delle altre “cittadinanze dimezzate”.

 

Comunità lacerata e divisa
Anche quella che è ormai diventata la principale se non l'unica priorità del movimento, il matrimonio fra persone dello stesso sesso, sta diventando non un punto di unità ma un nuovo elemento di divisione e di lacerazione. Invece che lavorare per tenere insieme le sempre più affollate lettere del movimento, emerge una lontananza che mai si è registrata prima, tra gruppi divisi e lontani anche a causa di linguaggi, schemi e ideologie che non sono più in grado di dare risposte concrete ai bisogni, alle necessità, ai desideri e alle aspirazioni della comunità e delle persone LGBTQI.
Troppo banale sarebbe pensare che questa sia una critica agli “eccessi” del Pride! Non è della sua sobrietà che si discute, né della libera espressione di chi decide di parteciparvi! Il nodo centrale è la necessità di ritornare ad un Pride di lotta e rivendicazione, che usi linguaggi nuovi, cha sia espressione della società moderna e non l’eterna ripetizione del rituale che celebra il passato.
Un Pride che lungi dall'essere un momento di raduno e festa dell'orgoglio culmine di un anno di lavoro, nasce al massimo una settimana prima e muore il giorno dopo.

 

Ritroviamo i punti di forza
Facciamo che il Nuovo Pride sia il culmine di un lavoro continuo e non un evento che si consuma in pochi giorni. Ritroviamo i punti di forza che ci hanno tenuti uniti e vicini fino ad oggi. Recuperiamo la solidarietà tra noi, rigettiamo il concetto di priorità di diritti difesi unicamente da chi di quel diritto ne è privo. Portiamo con orgoglio le nostre cicatrici per confrontarle con le cicatrici di chi in altro modo è ferito. Uniamo le nostre discriminazioni per rendere diversi coloro che si sentono unici e superiori. 
Noi del Circolo Tematico Queer.SEL proponiamo a tutto il movimento di essere cambiamento, progetto di sviluppo e motore di una nuova era.

 

Pride nazionale 2012 a L’AQUILA
Chiediamo al movimento di portare il Pride nazionale del 2012 a L'Aquila, città distrutta da un terremoto, sepolta e abbandonata dagli uomini di potere, ma non dai loro affari. L’Aquila, assieme alle sue cittadine e ai suoi cittadini ci ha insegnato a non chinare la testa, ad essere fieri della propria storia e pronti a ricominciare. E’ lo stesso messaggio che ci arriva dalle terre martoriate della Liguria e della Sicilia dopo le recenti alluvioni: insieme per costruire. 
Per la comunità LGBTQI è giunto il momento di restituire quanto queste popolazioni e questi territori ci hanno insegnato. Anche noi siamo aquilani, noi gay, lesbiche, noi transessuali, noi bisessuali, noi intersessuali, noi con loro e parte di loro dall'Aquila vogliamo cominciare a rialzare la testa e creare una società diversa. 
Allora che si cambi strada e già il Pride 2012 sia diverso, non per il gusto autoreferenziale della diversità, ma per essere testimonianza di impegno, di rinascita, di cittadinanza matura. Per il 2012 pensiamo ad un Pride fatto di voci, senza carri e senza musica, in cui le notevoli risorse economiche normalmente destinate al noleggio e all'allestimento siano devolute al restauro di una scuola, o messe a disposizione del Comune di L’Aquila per finanziare interventi urgenti. Con una festa che sia testimonianza di vicinanza e di solidarietà fatta con le persone che hanno perduto la casa, il lavoro, gli affetti. All’aperto, vicino alle rovine inaccessibili della città che non si vuole far rinascere. Stiamo con loro, ascoltiamo i loro bisogni, offriamo le nostre braccia. Scopriremo che non molte persone ci sono più vicine, umanamente più vicine, di quanto possiamo immaginare. 
Rendiamoci partecipi di un processo di vita; portiamo turismo, lavoro, convegni, cultura, diamo una mano per far ripartire L’Aquila, portiamo i cittadini al Pride non da spettatori della diversità, della disuguaglianza e della discriminazione, ma come protagonisti delle nostre rivendicazioni, per testimoniare con la nostra presenza che le loro rivendicazioni appartengono anche a noi. 
Circolo Tematico Queer.SEL, Roma 
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L’AQUILA PRIDE 2012: “Ricostruiamo l’Italia dei Diritti”
a cura di Carla Liberatore 

L’Italia del 2012 è un’Italia più povera, strozzata dai “necessari sacrifici”, sostenuti dalla più debole maggioranza parlamentare di sempre. Un equilibrio talmente instabile che basta la parola “condom” a creare un caso politico. La parola “Diritti” poi, sacrificata sull’altare dello spread, rischia di essere messa all’indice prima che derubricata tra le ”non priorità”. Ed così che, da non prioritarie, le persone LGBTIQ*, milioni cittadini e cittadine italiane, da anni aspettano un riconoscimento, un Diritto elementare che stenta ad arrivare e sopra il quale sono state costruire le più becere e crudeli demagogie politiche. Anche a L’Aquila hanno costruito. Hanno costruito molto, con molto cemento per molte nuove case, asettiche e osannate dalla propaganda di Governo, dimenticandosi uno dei centri storici più belli del paese tra le rovine ed il silenzio, etichettando le proteste come faziose e di fatto cancellando la storia e lo spirito dei suoi cittadini.
Non si fa fatica a tracciare il più limpido dei paragoni, L’Aquila mutilata, abbandonata, “non prioritaria” come le battaglie LGBTIQ*. E allora sapete che facciamo? Ricostruiamo l’Italia dei Diritti, partendo proprio da L’Aquila. Che sia L’Aquila Pride 2012!

 

Motivazioni: perché fare un Pride a L’Aquila?
Il movimento omosessuale abruzzese ebbe inizio proprio nel capoluogo di regione nel 2000, anno in cui fu fondato il MOA (Movimento Omosessuale Aquilano). Nello stesso anno, lo scrittore, giornalista e storico, Massimo Consoli (uno dei padri della Comunità LGBTIQ*), scoprì a L'Aquila la tomba di Karl Heinrich Ulrichs da lui stesso in seguito considerato il “nonno” del Movimento italiano.

Dal 2000 a oggi, ogni anno, nell'ultima domenica di agosto, rappresentanti della comunità aquilana insieme alla Fondazione Luciano Massimo Consoli, realizzano una commemorazione di Ulrichs sulla sua tomba con sentimenti di festa e di gratitudine. Sempre nel 2000, subito dopo la formazione del MOA, ebbe vita a Pescara il gruppo LGBTIQ* Jonathan e neanche due anni dopo si formò a L'Aquila il gruppo Gaya CsF Cronisti senza Frontiere da persone del luogo e di altre città italiane ed estere, dando così una spinta definitiva a tutto il movimento omosessuale abruzzese. Intorno al gruppo Gaya si generò una sostanziosa e numerosa compagine di donne lesbiche che si adoperarono immediatamente nel realizzare presentazioni di libri, cineforum e dibattiti sul tema dell'omosessualità a L'Aquila, alle quali manifestazioni, la cittadinanza del posto aderì fin da subito con estrema partecipazione e simpatia. Gaya CsF, MOA e gruppo Jonathan da allora collaborano in piena sintonia e in un clima di grande condivisione. Il MOA divenne in seguito, per intercessione dello stesso Massimo Consoli, il CSU Centro Studi Ulrichs.

Da queste fortunate esperienze, non senza difficoltà, nacque a L'Aquila nel 2007, il primo comitato promotore di Arcigay, intitolo proprio al padre della nostra comunità, Massimo Consoli. Dopo una serie di attività varie del comitato in data 1 giugno del 2008, venne realizzata nel capoluogo, la prima manifestazione di matrimoni gay simbolici, presso il Castello Cinquecentesco, che riscosse grande successo di pubblico e di stampa. In tale occasione, facendo il definitivo coming out, si presentarono per la prima volta i signori Orlando Dello Russo e Bruno Di Febbo considerati - a tutt'oggi - la coppia gay più longeva d'Europa con il primato dei loro 47 anni di convivenza. Neanche un anno e mezzo dopo, grazie a Gianni Di Marco, già presidente del circolo di Montesilvano, si formò il comitato promotore, oggi comitato Arcigay di Pescara.

Queste sono solo alcune delle ragioni per realizzare il primo Pride Nazionale in Abruzzo a L'Aquila, poiché è proprio da L'Aquila che il movimento abruzzese ha avuto vita e spinta sufficiente per crescere oggi nel territorio delle regione. Non ultimi i due comitati promotori Arcigay Chieti e Teramo. Questa ricchezza d’iniziative dimostra ancora una volta come la popolazione aquilana, favorita in questo periodo anche da una amministrazione cittadina friendly, sia pronta ad un sussulto di gioia e di linfa vitale.

Un altro validissimo motivo per realizzare il Pride Nazionale a L'Aquila è rappresentato dal fatto che questo territorio ha bisogno urgente di un abbraccio reale e caloroso da parte di qualcuno e quel qualcuno, può essere ora la comunità LGBTIQ*, con i suoi colori, i suoi carri, le sue danze e non di meno le sue persone. La città de L'Aquila ancora oggi vive sulla sua pelle le profonde ferite inferte del terremoto del 6 aprile 2009 e nel capoluogo si fa ormai fatica ad avere degli spunti di socializzazione e di tranquillità. A L'Aquila ci sono migliaia di persone rimaste senza lavoro e senza una casa alle quali si rischia di togliere per via delle crisi economica anche quei pochi benefici derivati dall'assistenza post sisma, senza i quali la città avrebbe migliaia di sfollati che vivono in baracche improvvisate. A L'Aquila c'è un fortissimo bisogno di diritti civili ed umani. Portare qui quelle giornate si spensierate ma anche serie e all'insegna di tali diritti è un dovere morale di tutti ed un giusto riconoscimento per una parte d’Italia quasi dimenticata.

Noi possiamo, noi possiamo farlo, possiamo dare a L'Aquila, agli aquilani e alla comunità abruzzese, questa pillola di speranza per una autentica ricostruzione. Non ci siamo tirati indietro durante il terremoto, anzi nei giorni precedenti e post sisma, alcuni rappresentanti dell'Arcigay Massimo Consoli si distinsero per il coraggio dimostrato e per il lavoro svolto per la prevenzione di quello che era un disastro annunciato: un disastroso terremoto che ha distrutto quasi tutta la città e ucciso 300 persone fra cui anziani, bambini e ragazzi e ragazze giovani ed in cui persero la vita anche una delle nostre coppie rainbow di riferimento (due compagne e le loro figlie).

I ragazzi dell’Arcigay Consoli non solo sono riusciti a salvare decine e decine di vite dal terremoto con l’opera di prevenzione, ma si sono adoperarti anche nei momenti immediatamente successivi al sisma, come nel caso di un nostro volontario, da sempre partecipe e solidale con le nostre attività per i diritti, che pochi istanti dopo la scossa distruttiva, riuscì a sfondare il portone d'entrata di un palazzo adiacente al suo, in cui rimasero incastrate 20 persone fra cui anziani e bambini, mettendoli in salvo. Frantumò il portone con tutta la rabbia della disperazione che aveva in quel momento, dopo aver tratto in salvo la sua anziana nonna e la sua fidanzata che erano rimaste in casa impietrite dalla paura urlando e piangendo.

Questi sono i ragazzi e le ragazze di Arcigay Massimo Consoli di L'Aquila. Nei mesi successivi, coloro che sino riusciti a rimanere in città, si sono adoperati per mantenere i contatti fra tutti quanti quelli che dovettero - per cause di forza maggiore - trasferirsi altrove. Questi ragazzi e ragazze (LGBTIQ* o soltanto friendly) non hanno mai chiesto nulla in cambio a nessuno, ma adesso chiediamo un piccolo tributo: riportate il calore ed il valore l’Italia a L’Aquila, ricostruiamo insieme l’Italia dei Diritti.

 

Comitato L’Aquila Pride 2012:
Sarà costituito da tutte le associazioni e forze sociali del territorio che vorranno collaborare sul modello di molti altri comitati Pride.

Trasporti: perché ci si arriva ancora a L’Aquila?
Attualmente a L'Aquila i trasporti più funzionanti pare che siano quelli su gomma, pertanto almeno per quanto riguarda gli arrivi via autobus non sussiste alcun tipo di problematica. L'Aquila è comunque facilmente accessibile con una tratta che arriva via autobus da Catania, da Napoli, da Milano e da Bologna. Facilmente accessibile anche da Posti come Firenze e Perugia via automobile e o autobus autogestiti tramite la strada appenninica oppure via autostrada Firenze-Roma (Bretella). Agevoli anche i trasporti per chi proviene dalla Puglia e dalla Calabria, via autostrada A14 con allacciamento A25 ed A24. Accessibile anche per le città campane via autostrada Napoli-Roma e allacciamento A24, facilmente raggiungibile da Roma, Perugia, Terni, Viterbo e dalle altre tre provincie abruzzesi, Pescara, Teramo e Chieti. Per la tratta da Terni e Perugia esiste un treno che percorre la tratta Orte-Sulmona-Pescara. Allo stato attuale tutte le autostrade sopra indicate sono perfettamente funzionanti. Per tutti coloro che invece intendono arrivare in aereo, come punti di riferimento ci sono gli aeroporti di Pescara e di Roma da cui con meno di un'ora e mezzo di pullman si può raggiungere L'Aquila. Fermo restando che si potrà chiedere all'amministrazione comunale, di mettere a disposizione l'aeroporto di Preturo a soli 5 km dalla città, per i trasporti in quella occasione. 

Accoglienza: dove dormire?
L'Aquila è una città che per antonomasia è sempre stata ospitale con tutti i forestieri, ma a parte questo dato sociologico della questione, in senso pratico, l'ospitalità a coloro che intenderanno trascorrere la notte sarà determinata da un accordo che il nostro comitato farà con la Federalberghi provinciale e regionale, in quanto qualora si dovesse essere carenti di posti disponibili all'interno della città, si può facilmente riuscire ad organizzare altri punti di soggiorno nell'ambito dai 30 ai 60 km al massimo dalla città in tutti luoghi di passaggio per la via di ritorno. Ad ogni modo nel circondario aquilano grazie alla costruzione di Moduli Abitativi Provvisori e alle abitazioni del piano CASE, gli alberghi hanno migliaia di posti disponibili da poter offrire, a questi vanno aggiunte anche le strutture B&B della zona, oltre al fatto che a meno di 80 km da L'Aquila, c'è la città di Pescara in cui è presente il comitato Arcigay, che potrebbe essere un altro punto di riferimento per gli alloggi degli ospiti. 

L’Aquila Pride: e oltre la parata?
Fermo restando il parere di tutte le associazioni coinvolte nel comitato Pride Nazionale L'Aquila 2012, le manifestazioni potranno avere inizio nella prima settima di giugno, per poi attraversare tutta la settimana con eventi di vario genere, fino ad arrivare al giorno della sfilata che potrebbe svolgersi il sabato 9 giugno 2012 (in modo da aprire la stagione dei pride senza sovrapporsi ad altre date, ed in particolare cercando così di evitare di essere cancellato mediaticamente da altri pride).
Gli eventi potranno essere itineranti e toccare di volta in volta tutte quelle città abruzzesi in cui è presente un comitato Arcigay e i vari distaccamenti provinciali. Le città dove si possono realizzare gli eventi, attualmente sono tutte e quattro le provincie abruzzesi: L'Aquila, Pescara, Teramo e Chieti, oltre al fatto che sia ad Avezzano e sia a Sulmona esistono gruppi di rappresentanza locale.
Fra gli eventi che si possono realizzare ci sono:  

◊- Presentazioni di libri a tematica  

◊- Dibattiti sulla tematica LGBTIQ* come ad esempio: Integrazione, famiglia, scuola e bullismo, violenze lesbo-trans-omofobe, AIDS, ecc... 

◊- Proiezioni di film a tematica LGBTIQ* in collaborazione con il festival del cinema LGBTIQ* di Torino  

◊- Concorsi di bellezza come Mister Gay, Miss Trans e MissLesbò  

◊- Serate in discoteche delle varie città  

◊- Presentazione del lavoro di Arcigay sui territori, negli anni e dei progetti realizzati  

◊- Mostre d'arte a tematica e tutta la vasta gamma di attività che possono provenire dalle idee dei rappresentanti delle varie realtà LGBTIQ* locali 

◊- Gli spazi sia all'interno della città di L'Aquila e sia nelle altre città sono molteplici e tutti utilizzabili in quanto messi a disposizione dagli enti locali. Per quanto concerne le discoteche invece si potranno prendere dei precisi accordi con le attività private già esistenti sul territorio.

 

Uffici per il comitato
Per la gestione dell'organizzazione del Pride Nazionale di L'Aquila 2012, si hanno a disposizione due uffici direzionali presso i palazzi della Regione Abruzzo, di cui uno a L'Aquila e uno a Pescara, completamente gratuiti anche nei costi vivi, corredati di computer collegati alla rete ADSL, telefono anche per telefonate interurbane e verso i cellulari, con possibilità di ponte-telefonico per mettere in contatto due diverse persone che sono all'esterno, stampanti, fax, scanner e fotocopiatrici. Nell'ufficio direzionale di L'Aquila, dove prima del terremoto del 6 aprile 2009 era stato costituito lo Sportello per i Diritti Civili ed Umani intitolato a Massimo Consoli, è disponibile anche la mensa della Regione Abruzzo due giorni a settimana a costi irrisori. Per quanto riguarda invece l'ospitalità di volontari che intendano venire in città a dare una mano per l'organizzazione del Pride, abbiamo dei posti letto nelle nostre personali case private, dove poterli far soggiornare senza alcun costo.

 

Conclusioni: si, ho finito di parlare!
Tutti i punti sopra elencati sono verificabili in ogni momento e ciò dimostra quanto l'Abruzzo e L'Aquila in particolare, siano ormai pronti da anni per ospitare il Pride Nazionale. Il lavoro svolto sul territorio è stato in questi anni incentrato proprio per riuscire a realizzare un'opera di tale spessore nella nostra città, pertanto tutte le partner-ship costruite e i consensi accumulati, rendono possibile la realizzazione di un così grande quanto mai, importante evento per una città martoriata dal terremoto del 2009. 

Il Comitato Pride L'Aquila potrebbe essere costituito dalle seguenti associazioni:

Comitato Arcigay Massimo Consoli
Comitato provinciale Arcigay Pescara
Comitato Promotore Arcilesbica Pescara
Centro Studi Ulrichs
Gruppo Jonathan
Comitato provinciale Promotore Arcigay Teramo
Comitato provinciale Promotore Arcigay Chieti
Altre associazioni del territorio anche non LGBTIQ*??



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