HIV spiegato con la realtà virtuale

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Pubblicato Mercoledì, 23 Ottobre 2019 16:57

Dal 22 al 27 ottobre è possibile visitare gratuitamente la mostra “Together we can stop HIV” al Base di Milano: cinque opere di cinque artisti nate dalla collaborazione tra Gilead e 10 associazioni. E dopo la vedete sul sito.

Raggiungere i giovani che sono tra i più colpiti dall’HIV. Questo l’obiettivo della mostra “Together we can stop HIV” che si potrà visitare gratuitamente fino a domenica 27 ottobre al Base di Milano. La nuova campagna di sensibilizzazione sull’HIV di Gilead è stata sviluppata in collaborazione con 10 associazioni di pazienti e con il patrocinio di ICAR-Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, con lo scopo di raccontare cosa significa vivire con l’HIV oggi. Paura della diagnosi, pregiudizio, l’inizio di una terapia per tutta la vita, ma anche il raggiungimento di una migliore qualità di vita. Un percorso che si snoda attraverso le cinque opere in realtà aumentata di cinque artisti italiani, ripercorrendo i cosiddetti 4 “90 dell’HIV”. Secondo quanto definito dal programma UNAIDS (United Mations Programme on HIV/AIDS) per la soppressione del virus: il 90% delle persone affette da HIV deve essere diagnosticato; il 90% delle persone con virus deve iniziare il trattamento corretto; il 90% delle persone affette non deve avere tracce riscontrabili del virus nel sangue: A questi 3 “90” la comunità HIV ha aggiunto un ulteriore 90, legato alla qualità della vita correlata alla salute. L’eliminazione degli “occhi che giudicano”, lo stigma, il pregiudizio rappresenta l’ulteriore obiettivo da raggiungere.

Oggi le persone con HIV sottoposte a trattamento per almeno sei mesi e con carica virale non rilevabile non possono più trasmettere il virus agli altri e possono condurre una vita normale e vivere più serenamente il rapporto con il proprio partner.
Ma quello che non si riesce ad estirpare è lo stigma.
lo dimostrano anche i dati della recente indagine “Is HIV sorted” commissionata dall’International Association of Providers of AIDS Care (AIPAC), Far-Trach Cities e Gilead Sciences, in Italia ancora il 58% delle persone sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva. L’attitudine sociale negativa nei confronti delle persone sieropositive pone poi serie barriere agli obiettivi di diagnosi e trattamento fissati da UNAIDS entro il 2020, in quanto lo stigma allontana le persone dal test e frena l’accesso alle cure per le persone che vivono con HIV.

Realizzate in soli tre mesi, le opere di “Together we can stop HIV” sono il frutto di una collaborazione tra pazienti e artisti. Gabriele Genova ha realizzato l’opera sulla Stigma “Ho qualcosa di dimostravi”; il collettivo Mira l’opera sul tema della Diagnosi “L’importante è saperlo”; Viola Gesmundi ha interpretato il tema del Trattamento con l’opera “Verso se stessi”; Andrea Zu il tema del Successo delle terapie con l’opera “Luuv Story”; infine, Adolfo di Molfetta ha
realizzato l’opera “Niente Paura” sul tema Qualità della vita. Ilcollettivo Bepart si è occupato di animare con la realtà aumentata le illustrazioni.
Le 10 associazioni di pazienti che hanno collaborato sono: Anlaids onlus, ALA Milano onlus, Arcigay onlus, Arcobaleno AIDS onlus, ASA onlus Circolo Mario Mieli, LILA, NPS Italia onlus, Nadir onlus, Plus onlus.

E se non vivete a Milano o proprio non riuscite a visitare la mostra, andate sul sito, scaricate la APP, inquadrate le foto.
(M.Z.)