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Sam Kuseta presidente delle Nazioni Unite? No, grazie
Kutesa è anche il braccio destro del governatore militare dell'Uganda, Yoweri Museveni, anche lui coinvolto in un interminabile susseguirsi di corruzione, scandali e reintegrazione. Nel 2011 si è dimesso per aver accettato tangenti da un'azienda petrolifera britannica, nel contempo utilizzava denaro pubblico per ristrutturare un albergo di sua proprietà. Poco tempo dopo, nonostante questo episodio, è stato reintegrato come se niente fosse accaduto.
E questo è solo l'esempio più recente. Kutesa è stato condannato nel 1999 per corruzione e presunto abuso di ufficio, nel 2005 è rientrato al Governo ed è stato nominato Ministro degli Esteri. Ma nel 2011 si ritirò per affrontare un nuovo giudizio per abuso di potere, che aveva causato ingenti perdite finanziarie; nel 2007 è stato coinvolto in un altro scandalo per soldi pubblici mancanti, però il caso è stato però respinto per un cavillo. Nel 2009 è stato indicato da un messaggero diplomatico come uno dei ministri nel cerchio degli uomini più corrotti in Uganda, ma troppo vicino a Museveni per essere accusato e punito per i suoi crimini.
La presa di posizione di due senatori americani Per questo ultimo aspetto del suo curriculum, Kutesa ha attirato l'attenzione di due Senatori degli Stati Uniti, Charles Schumer e Kirsten Gillibrand, che hanno dichiarato :”Sarebbe inquietante vedere il ministro degli Esteri di un Paese che ha approvato una legge così ingiusta, crudele e discriminatoria sulla base dell'orientamento sessuale diventare presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite”.
E' una scelta inquietante, anche se si tratta solo di una carica di 12 mesi a rotazione tra le regioni nel mondo -e fra il 2014/15 sarà il turno dell'Africa-, dove il ruolo del Presidente è puramente di rappresentanza, infatti, presiede le riunioni e stringe la mano alle alte cariche. La posizione è così insignificante che non si è neppure tenuta una reale votazione. Di solito spetterebbe al Paese in carica, in questo caso l'Africa, nominare un suo candidato che viene accettato dopo un voto senza alcuna possibilità di opposizione.
La petizione di Milton Allimadi Ma quest'anno potrebbe essere diverso, il segretario di Stato John Kerry è già andato a presentare un verbale per opporsi alla legge anti-gay approvata dall'Uganda che viola i valori umanitari proposti delle Nazioni Unite che Kutesa dovrebbe rappresentare. L'attivista ugandese Milton Allimadi, che cura il sito africano indipendente di Black Star News, ha presentato una petizione su Charge.org per contrastare questa nomina. La petizione ha già raccolto 5.000 firme, anche gli attivisti Lgbt in Europa hanno iniziato a prendere atto che è doveroso domandare il ritiro della proposta di Kutesa alla Presidenza delle nazioni Unite.
Uno scenario complesso Ma non è così semplice. Kutesa, Museveni ed altri leader africani con idee simili sull'omosessualità hanno preso posizioni anti-occidentali giustificando le loro politiche anti-gay, in termini di lotta contro l'imperialismo europeo ed americano. Per bloccare l'ascesa di Kuseta basterebbe divulgare questo racconto, ma potenzialmente si potrebbe mettere in ulteriore pericolo le persone LGBT in Africa ed aggiungere benzina sul fuoco alle campagne anti-omosessualità che si espanderebbero in altre parti del continente.
In altre parole questa è una situazione senza possibilità di vittoria, la scelta fra un omofobo presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite o il rischio che persone omofobe si possano avvalere di accuse infondate, dichiarando gli occidentali artefici del complotto sull'uguaglianza a favore della comunità LGBT. Forse anche Kirsten Gillibrand, Charles Schumer e John Kerry dovrebbero seguire la strada intrapresa dall'attivista Milton Allimadi, che nella sua petizione non menziona la legge anti-gay, ma si concentra sulla corruzione del futuro presidente e sulla sua complicità nel militarismo e nella repressione in Uganda.
Evidenziare la corruzione di massa e la violazione dei diritti umani internazionali, potrebbe ottenere più risultati rispetto a
Lo scenario migliore, sarebbe indubbiamente una battaglia “afro”contro l'omofobia come un cuneo politico. E' molto pericoloso sostenere che l'omosessualità è stata importata in Africa dagli occidentali, così come opporsi a tali false affermazioni, infatti figure contemporanee come Cameron Modisane del Sud Africa, Binyavanga Ma il sostegno americano per smascherare queste falsità è stato estremamente limitato e purtroppo gli attivisti LGBT non africani non possono lasciare involontariamente il gioco nelle mani di queste persone omofobe. La nomina di Kutesa avanzata dall'Unione Africana è sintomo di un problema più grave e profondo. Fino a quando l'Occidente non troverà risposta concreta alle accuse le loro iniziative saranno tutte bloccate in questo modo.
In attesa che qualcosa di radicale succeda, ci prepariamo ad accogliere Sam Kutesa come il nuovo Presidente dell'Assemblea Generale, e continuiamo a difendere coraggiosamente i diritti umani.
Nel frattempo, vi invitiamo a firmare la petizione, Non vogliamo Sam Kutesa Presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. |
Mercoledi, 24 Aprile 2024 15:12:24 CercaThis Web Site can be translated to your language:
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