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Il sesso di DioProponiamo un'interessante riflessione di Darianna Saccomani su "Dio padre" e "Dea Madre" Alla domanda, titolo di questo pensiero (Il sesso di Dio, ma c'è Dio padre o la Dea madre?), c'è una domanda che precede: quando si parla di “dio” di chi o di che cosa si parla? Quello che stupisce è il fatto che tutte le persone, indipendentemente dal loro livello di cultura, quando parlano di dio danno per scontato un sacco di cose, prima fra tutte che necessariamente ci sia uno stesso senso ed uno stesso significato dato a questo termine.
C'è un variegato mondo che va dalle molteplici e variegate posizioni ortodosse, a quelle altrettanto variegate e molteplici posizioni eretiche, alle molte e variegate – ma spesso sconosciute – posizioni eterodosse. Allora, in una dimensione così vasta, di quale dio si sta parlando? Poi, ma siamo proprio sicure e sicuri che quando si scrive il termine “dio” lo si debba scrivere con la “d” maiuscola? In effetti, almeno in italiano, quando si scrive un nome proprio si usa generalmente il maiuscolo, mentre quando si usa un nome comune si usa il minuscolo. La questione è, come appare chiaro, un po' più complessa, e non può più essere tradotta in questi termini, soprattutto non è più Il “dio” che ha mosso le idee e le azioni di un Martin Luther King jr., aveva un sesso? Era padre o madre? A qualcuno può importare qualcosa tutto questo? Oppure ciò che risulta fondamentale nel quadro della storia è che da quell'idea di dio, da quello sviluppo teologico, ha preso le mosse uno dei più grandi e significativi movimenti per il diritto civile delle persone? Non è forse più interessante interrogarsi come mai da un concetto teologico quale quello che ha mosso un Martin Luther King, si sono poi generati tutti i movimenti di liberazione e tutte le teologie della liberazione? Stiamo molto attente ed attenti in merito, e non cadiamo nel giochino anticlericale, il dio del Cardinal Romeo non era lo stesso dio di papa Giovani Paolo II (Karol Józef Wojtyla), e forse anche in merito a questo sarebbe importante fare una chiara riflessione, smettendola di avere una visione meramente morale ed etica delle cose.
La teologia si occupa di riflettere sui tanti diversi possibili pensieri su dio, sugli dei, sulla dea o sulle dee, riflette sugli olimpi di ogni tempo e sulla logica di questa necessità di avere deità organizzatrici del pensare umano e dell'agire umano. Infatti la teologia studia questo e lo sistematizza, lo rende strumento perché chi attua sistemi possa usarlo al fine di gestire, guidare e determinare il pensiero della gente. Ma c'è anche altra teologia, le teologie che si pongono fuori da tali concezioni, che ipotizzano e pongono come opportuno agire, pensare e vivere come se “dio” non ci fosse! C'è chi pone con chiarezza che il pensiero cristiano è un pensiero ateo, che il pensiero biblico esprime sempre un pensiero che dice “cosa dio non è”; c'è un pensiero teologico positivo che si sviluppa proprio a partire dal concetto della morte di dio. Sì, ogni singola persona sarà effettivamente libera solo quando ogni suo dio sarà morto! Utopia? Sì, pensiero, ed in quanto tale seme, stimolo, concetto sul quale riflettere, proposta di emancipazione e di liberazione! Per chi? Per i molti ai quali questo pensiero è rivolto, ma che solo quei pochi coglieranno nella valutazione che quel caro prezzo che c'è da pagare per questo tipo di emancipazione è espressione di una totale gratuità della stessa!
Ma forse, la questione da affrontare era più calata nell'ambito della diatriba anti cattolica romana, anti vaticana, anti cristiana per quello che la generale cultura italiana conosce. Forse io non rispondo alla domanda posta, ma non posso rispondervi, perché io sono altrove.
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Venerdi, 19 Aprile 2024 03:36:11 CercaThis Web Site can be translated to your language:
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