In ottemperanza alla direttiva UE sulla riservatezza, ti informo che questo sito usa i cookie per gestire autenticazione e navigazione e per altre funzioni di sistema. Cliccando su Acconsento accetti la registrazione di questi cookie nel tuo computer. Se non accetti, alcune funzioni del sito saranno inibite - A cosa servono i cookies? Clicca per scoprirlo

Hai deciso di non utilizzare i cookies. Questa decisione puo' essere cambiata

Hai accettato di salvare i cookie sul tuo pc. Questa decisione puo' essere revocata

Identità di genere, perché fa tanta paura?



transgender symbol hires
Questo è uno degli argomenti tabù o, ancora peggio, viene confuso con l'orientamento sessuale. Lo si è visto anche nel dibattito sulla legge contro l'omo e transfobia. Ne abbiamo parlato con Diana Nardacchione da anni impegnata a superare gli stereotipi.






 

L’identità di genere in Italia è un tabù o, ancora peggio, viene intenzionalmente confusa con l’orientamento sessuale. E a generare confusione non sono i soliti noti, lo fanno anche persone che dovrebbero conoscere l'argomento e impegnarsi per fare chiarezza. Eppure, che è un tema scomodo è emerso chiaramente anche in occasione del dibattito sull'ampliamento della Legge Mancino ai reati di omo e transfobia. E lo è anche per Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd, omosessuale, impegnato nel movimento Lgbtqi.

Per comprendere meglio, Pianeta Queer ha chiamato in causa Diana Nardacchione da anni impegnata a superare gli stereotipi legati a identità di genere, transessualismo e transgenderismo.


D. Identità di genere e orientamento sessuale si tende a confonderli o addirittura a considerarli sullo stesso piano, perché?
R. Primariamente per disinformazione, secondariamente per ottuso bisogno di razionalizzazione per cui, individuati i "normali" le persone assimilano tutti gli altri in un'unica categoria di "diversi". Obiettivamente, comunque, è una convenzione semantica stabilire che il rapporto tra due ragazze, una delle quali ha il pene e l'altra la vagina, sia omosessuale.
diana-nardacchione


D. In particolare, perché in Italia si ha tanta paura ad affrontare il tema dell'identità di genere?
R. Il travestitismo è una inconfessabile fantasia dei maschi eterosessuali. Tutti gli attori italiani, nessuno escluso, lo hanno praticato sulle scene o in televisione. C'è chi lo pratica clandestinamente, tra amici complici e compiacenti (serate en travestì nei clubs privèe) e chi se ne astiene perché si riconosce grottesco nel panni femminili (a differenza delle donne che in abiti maschili non lo sono) e si limita a fantasticare (come Silvio Berlusconi: "il mio erotismo è per il 25% lesbico") di essere magicamente una donna e di intrufolarsi in un club di lesbiche.
Il lesbismo è il top delle fantasie erotiche maschili. E' la colonna vertebrale della pornografia. Tutto ciò è inammissibile ed inconfessabile per cui viene mimetizzato dietro il più bieco chauvinismo ("formazione reattiva”, secondo la psicanalisi).


D. E infine, l'essere umano ha tanti colori perché lo vogliono ingabbiare nella normalizzazione binaria maschio/femmina?
R. Il libero arbitrio è l'incubo del cattolico, dal quale il protestante si è liberato. Il cattolico non è abituato e non vuole scegliere, vuole essere costretto per non assumersi responsabilità, non avere rimpianti, rimorsi e recriminazioni. Ama le dittature e quando il cattolicesimo non lo soddisfa più si rivolge agli oroscopi, che gli danno parimenti l'illusione di essere il balia di altro da se.




Chi è Diana Nardacchione
Nata ad Udine il 18 gennaio 1949, è laureata in medicina e chirurgia e specialista in anestesiologia e rianimazione, specialista in psicologia - indirizzo medico ed in possesso di un diploma universitario di perfezionamento in “Tecniche sanitarie di protezione civile”.
Lasciata l’attività ospedaliera di medico anestesista per raggiunto pensionamento, insegna “Medicina delle Catastrofi” al Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi di Milano. Cintura nera di judo, istruttrice di ju-jitsu ed istruttrice di soft boxe, è insegnante di “Autodifesa Femminile” presso il Centro Universitario Sportivo di Milano.

BIBLIOGRAFIA
- Diana Nardacchione, Adriana Perrotta: SESSO, NATURA E CULTURA in Transessualità - Identità Sessuale e Ruolo Sociale - Atti del convegno organizzato dal Centro Progetti Donna su: Transessualismo - identità sessuale e ruolo sociale.

- Diana Nardacchione: “TRANSESSUALISMO E TRANSGENDER – Superando gli stereotipi” - Collana “Duemilawatt di Controcorrente”, Casa Editrice “Il dito e la luna”, Milano, 2000

- Diana Nardacchione: MISANDROGINIA in “We Will Survive – Lesbiche, Gay e Trans in Italia” a cura di Paolo Pedote e Nicoletta Poidimani, Collana “Eterotopie”, Mimesis Edizioni, Milano, Giugno 2007 -

- Diana Nardacchione, Antonella Ratti: LE AMAZZONI – Leggende di ieri ed attuali realtà - Majs Edizioni, Torino, Giugno 2007

- Diana Nardacchione: INDENTITA’ DI GENERE TRA NECESSITA’ E SCELTA in Transessualità - Oltre lo specchio - Letture, percorsi e storie di trasformazione, a cura di Mirta Da Pra Pocchiesa e Ornella Obert, E.G.A. Editore, Torino, 2007

- Diana Nardacchione: PSICOLOGIA PER L’AUTODIFESA FEMMINILE - Collana "Le scelte delle donne" - Casa Editrice “Il dito e la luna”, Milano 2009 - ISBN 978-8886633604

- Diana Nardacchione: COMPETITIVITA’ AL FEMMINILEOltre l’Autodifesa - Collana "Le scelte delle donne" - Casa Editrice “Il dito e la luna”, Milano 2010





Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Giovedi, 25 Aprile 2024 14:00:42

Esegui Login o registrati




Siamo qui grazie a:
AGISLAB-MI 1
vai



Cerca

This Web Site can be translated to your language:

Iscriviti alla nostra newsletter

 


Save the Children
save-the-children 
Sempre
→ se vuoi →
cosa possono fare i tuoi
80 centesimi al giorno
 
FacebookTwitterLinkedin