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Autunno caldo del movimento Lgbtqi

 

 bandiere-Arcigay mini
Il congresso Arcigay, le dispute all'interno del PD, l'assemblea del Movimento: ma tutto ciò è veramente per i diritti della Comunità Lgbtqi o invece... 

 

 



Si prospetta un autunno caldo per il Movimento Lgbtqi italiano e non solo in previsione del XIV Congresso nazionale Arcigay -che si terrà a Ferrara dal 23 al 25 novembre, ma anche per la situazione del PD, il maggiore partito di opposizione del nostro Paese, che ancora non ha definito una linea sulla questione diritti delle persone omosessuali, in particolare sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. Inoltre, a metà settembre si è svolta a Roma l’assemblea del Movimento, ma di questo ne parleremo in seguito. Per il momento concentriamoci sul Congresso Arcigay.


Il congresso Arcigay 
Il congresso Arcigay vede scendere in campo due agguerritissime fazioni: da una parte il Presidente uscente Paolo Patanè con PaoloPaolo-PatanePaolo-Ferigo Ferigo, un’altra figura storica del movimento; dall’altra Flavio Romani e Michele Breveglieri, entrambi provenienti da Arcigay e con grande esperienza maturata sul campo. 

Se desiderate conoscere meglio i candidati e capire cosa propongono , vi suggeriamo di visitare i loro siti dove trovate mozioni e biografie: Liberiamo l’Uguaglianza per Paolo Patané e Paolo Ferigo e Uguaglianza e Libertà per Flavio Romani e Michele Breveglieri. 
Ho cercato di raccogliere commenti e riflessioni tra i vari esponenti del Movimento, ma nessuno ha voluto esporsi. Alcuni hanno semplicemente spiegato di non aver letto con sufficiente attenzione le due mozioni e quindi non volevamo esprimere giudizi superficiali o dettati semplicemente dalla simpatia o antipatia per i rappresentanti delle due fazioni; altri, pur avendo letto le mozioni, non riscontravano particolari differenze e quindi, anche in questo caso, i pareri sarebbero scaturiti unicamente dalla conoscenza dei protagonisti della sfida. Altri dichiaravano chiaramente di non volersi esporre per evitare eventuali ritorsioni o esclusioni Flavio-Romaniin caso di vittoria della fazione opposta. Michele-Breveglieri
Altri ancora hanno ammesso apertamente di non provare alcun interesse per queste “guerre di potere”, anzi di essere decisamente “disgustati”. 
Infine c’è chi ha fatto semplicemente notare che da entrambe le parti è stato chiesto “il silenzio”, ovvero le due fazioni hanno invitato gli esponenti di spicco ad evitare di schierarsi.



L’Assemblea romana 
Come dicevamo in apertura, a metà settembre si è tenuta a Roma, presso il Circolo Mario Mieli l’assemblea del Movimento che ha accolto la candidatura e sancito che il Pride Nazionale 2013 si terrà a Palermo. Nella nota  le associazioni nazionali Agedo, Arcigay, Arcilesbica, Certi Diritti, Famiglie arcobaleno e MIT ribadiscono quanto segue: «Nell'apprezzare la proposta nei suoi contenuti politici ed organizzativi,  riteniamo che la centralità e l'attualità sociale, politica e culturale dei temi suscitati dal progetto di Palermo Pride 2013, conferisca alla manifestazione per l'orgoglio omo/transessuale e per i diritti civili, un assoluto e irrinunciabile rilievo nel quadro del dibattito politico nazionale. Per la prima volta nella storia, il Pride nazionale si spinge così a sud, a testimoniare il suobandiere-Arcigay poderoso messaggio di libertà, eguaglianza e democrazia, e a raccogliere l'entusiasmo e la spinta al cambiamento e all'innovazione di tutto il Paese, da parte di una città straordinaria come Palermo». 
Navigando nella Rete però si sentono tanti borbottii su questa scelta e, soprattutto, sulla gestione complessiva dell’assemblea. 
Forse varrebbe la pena di riflettere sulla situazione del Movimento e non limitarsi e decidere dove si svolgerà il prossimo Pride Nazionale.



Concentrarsi sugli interessi della Comunità Lgbtqi 
Ascoltando, leggendo, navigando e riflettendo mi viene da porre una domanda: siamo proprio sicuri che la Comunità Lgbtqi sia realmente interessata al XIV Congresso Arcigay? O meglio allo scontro in atto tra le due agguerritissime fazioni? 
Non svelo nessun segreto se scrivo che gli iscritti all’Arcigay sono per la maggior parte dei casi frequentatori di locali e saune che poco conoscono e sanno quanto accade in Arcigay a livello locale e nazionale. Gli iscritti che veramente frequentano le sedi locali e nazionali di Arcigay sono proprio pochi in rapporto al numero di iscritti e delle persone Lgbtqi italiane. 
E allora mi direte voi, non accade lo stesso nei partiti politici? 
Appunto rispondo io e tutti difatti stiamo toccando con mano a cosa ha portato questo disinteresse per la cosa pubblica: una escalation di corruttele e privilegi. 
MatrimonioGayE voglio essere proprio chiara, ben sapendo che queste mie considerazioni non saranno condivise da buona parte delle “star” del Movimento
Siamo sicuri che questa disfida all’ultima news sulle bacheche di Facebook, o cinguettio su Twitter o post sui vari blog non serva solo a garantire un po’ di potere agli esponenti delle varie associazioni Lgbtqi? 
Un’amica di Arcilesbica mi ha scritto recentemente: dopo 40 anni di lotte non possiamo continuare a dare la colpa ai politici e al Vaticano, se l’Italia non ha ancora definito i diritti delle persone Lgbtqi forse anche noi abbiamo qualche responsabilità.
Francamente non posso darle torto e aggiungo che riflettendo mi vengono anche tanti cattivi pensieri. Per questo chiedo alle varie personalità di spicco del movimento di interrogarsi e domandarsi se non è venuto il momento di mettere da parte gli interessi personali per concentrarsi esclusivamente sugli interessi della comunità Lgbtqi. 
Dopo 40 anni siamo stanchi di aspettare e desideriamo raggiungere gli obiettivi, almeno quelli minimi che in  Italia –rispetto al resto dell’Occidente– non si riescono proprio ad ottenere. 
Marinella Zetti



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