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lampadina

Lo stato del presente 
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Ascoltiamo gli stralci delle arringhe di Grillo che denunciano altri episodi di corruzione e malaffare che erano sfuggite a tutti i Media e i Network di cui sopra e, parallelamente ascoltiamo l’immediata accusa di “populismo” che da più voci è diretta contro colui che, dai suoi stessi seguaci, viene definito il megafono del Movimento Cinquestelle.

Poi incappiamo in un’intervista all’onorevole Stefano Rodotà, ascoltiamo una dichiarazione del costituzionalista Michele Ainis o quella del giurista Ugo Mattei.

Intanto si allarga a macchia d’olio la politica inquisita, in ogni ordine e grado, da Sinistra a Destra –senza alcuna prevalenza- per tutti i Partiti Politici che siedono nei banchi del Parlamento italiano, o quasi.
E di nuovo ci capita di ascoltare le ragioni di una scienziata, Margherita Hack, o quelle di un operaio della Finmeccanica. L’eco delle inchieste della Gabbanelli ci resta dentro, come un peso insuperabile. 

E intanto la sera ci trasmettono l’ennesima partita di calcio e noi, facendo finta di dimenticare gli scandali che di nuovo hanno coinvolto anche questo universo del Business, ce la guardiamo di sicuro, visto che il calcio è ormai l’oppio del popolo italiano, e non solo.

 


CHE FARE?manifesto
Che fare?
Come sopravvivere?
A cosa affidare ancora un significato razionale del nostro quotidiano vivere su questo pianeta? Amare, costruire –quando è legalmente consentito- una famiglia, crescere i nostri figli?
Immaginare un futuro possibile...
Tu che mi leggi, a quale tempo arrivano i tuoi progetti?
Hai ancora un progetto?
Progettualità e Futuro: due categorie che sembrano essere polvere, sottilissima sabbia, pronta a sfuggire e a dissolversi al primo alito di vento.

Qualcuno oggi definisce la dimensione del diritto comunitario europeo “market oriented”. 
Personalmente, sono ormai diversi anni che io osservo la drastica mutazione del Moloch capitalistico, in un “Moloch Consumistico”. 
Parole, modi simili per definire la stessa drammatica realtà. 
E allora torna impellente la domanda: che fare? 

Qualcuno -scusate se non ricordo chi- ha dichiarato che l’azione di Grillo aveva comunque il merito di raccogliere il “malcontento” e il “dissenso” della gente evitando lo scatenarsi di una rivoluzione.
Una rivoluzione?
Ma se solo dissentire dalla politica dei Palazzi del Potere può guadagnare a chiunque, anche al più dichiarato nonviolento, l’accusa di “anarco insurrezionalista”, terrorista, ecc… di quale rivoluzione vogliamo parlare?!
In un territorio poi, questo nostro disgraziato Paese, che mai è stato in grado di fare una vera rivoluzione (eccetto forse quella che in pochi rammentano, quella Partenopea del 1799), che è passato dal patriarcato della Chiesa cattolica alla dittatura fascista, e poi ai suoi derivati “democratici” senza mai riuscire a creare uno stato laico ed egualitario per i suoi cittadini?
Quale rivoluzione?

 

LA MIA RICERCA
Da tutta una vita -la mia- cerco e studio, guardando ai Partiti politici con scarso o nessun entusiasmo. Ma se fino a ieri, pur constatando l’assoluta inutilità di quei Partiti, sopportavo e andavo avanti per la mia strada, da diverso tempo ho iniziato a impegnarmi personalmente (come si usa dire, mettendoci la faccia).
Mi sono iscritta per la prima volta ad un Partito politico, ed ho seguito quanto i rappresentanti di questa rappresentanza andavano dicendo e facendo. 

La speranza di aver trovato un “porto”, purtroppo non è durata a lungo. Oggi non mi sento di stracciare la tessera di quel partito, ma credo che per rispondere alle necessità delle persone che vivono in questo Paese sia necessario fare di più, andare più radicalmente alla radice dei problemi.
E inoltre sono convinta che il cambiamento di rotta debba riguardare noi italiani, noi europei e oltre. Troppo a lungo abbiamo sopportato le divisioni dei popoli imposte dagli Stati imperialisti, dalle politiche di colonizzazione. E’ arrivato, io credo, il momento di tirare i fili delle conquiste intellettuali del passato, riesumarle e connetterle in una Rete di Diritti uguali per tutti. I danni delle politiche neoliberali, con il loro peana al privato, hanno compiuto il loro tempo, così come le dittature comuniste. Tra questi estremi fallimentari occorre ritrovare il cammino del rispetto dei Diritti uguali per tutti e dei Doveri. 
Noi dobbiamo recuperare i principi delle lotte operaie del Novecento, quelli delle femministe e dei giovani studenti del ’68, degli ecologisti degli anni Novanta. Il passato, con la sua Storia e con le sue esperienze, deve farci da guida, deve aiutarci a costruire una Rete senza falle. 


COME PROCEDERE
In questi giorni, un gruppo di persone ha dato vita a un “Soggetto politico”.
L’inizio ufficiale è sul Web, a disposizione di chiunque voglia leggere e partecipare.
Nessuno di coloro che hanno collaborato alla stesura del documento denominato “Manifesto per un soggetto politico nuovo” si è arrogato facoltà creative magiche o fatate.
Sono uomini e donne come noi che, dopo aver analizzato il presente, hanno dato vita ad un’assemblea nazionale aperta. 
Se devo essere onesta, mi sarebbe piaciuto leggere: assemblea “transnazionale” aperta, ma viste le esperienze di altri a riguardo, forse è meglio, per iniziare, avere progetti meno ambiziosi e cominciare. 

In questo mio scritto avrei potuto citarvi passi essenziali del “Manifesto”, riportarvi i nomi dei partecipanti, ma intenzionalmente ho deciso di non farlo.
Chiunque di voi abbia avuto la pazienza di seguirmi in questo testo, avrà di certo la curiosità di andare a leggere cosa dicono e chi sono queste persone.
Io come voi non posso darmi per vinta, accettare una resa incondizionata al potere di pochi e indegni personaggi, e ho deciso, ancora una volta, di ascoltare e partecipare.
Vedremo…
Sul Web l’indirizzo, mentre scrivo, è pubblicato qui 
Cordiali saluti,
Flaminia P. Mancinelli 
(11 aprile 2012)


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