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Nonsolo Grecia
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Per approfondire e capire la portata delle risposte alle domande dell'umanità, è sufficiente scorrere un buon manuale di storia e di filosofia, e arrivare a conoscere cosa ci siamo lasciati dietro le spalle, come siamo arrivati a questo presente. Il pensatore di Rodin A tutt'oggi io (ma non sono l'unica...) faccio davvero molta fatica a comprendere le logiche che hanno spinto il segretario Bersani, insieme a molta parte del PD, ad appoggiare le scelte industriali dell'amministratore delegato della FIAT, Sergio Marchionne. Oggi, a distanza di mesi, iniziamo a vedere quanto queste scelte si sono rivelate improprie, e non hanno aperto a nessun incremento produttivo dell'azienda che, nel mercato europeo delle auto, continua a segnare rosso costante. Così il sacrificio imposto a centinaia di lavoratori si è dimostrano fine a se stesso o peggio: finalizzato a cancellare diritti faticosamente acquisiti in decenni di lotte sindacali. Oltretutto, le imposizioni contrattuali di Marchionne faranno giurisprudenza e a breve tutto il mondo del lavoro si vedrà costretto a rinunciare, in un modo o nell'altro, ai propri sacrosanti diritti. Quel che è peggio però, dal mio punto di vista (ma per fortuna anche questa è un'opinione molto condivisa), è l'assoluta acquiescenza degli organi direttivi del PD, il maggior partito di centro-sinistra di questo Paese. Forse, molti militanti e iscritti PD, non hanno condiviso queste posizioni e forse ne sono testimonianza i risultati di molte elezioni amministrative, di diverse primarie... La domanda che in tanti ci poniamo, ormai da anni, è: ha ancora senso, oggi, parlare di Sinistra? Gli uomini e le donne che nel nostro Parlamento siedono a sinistra, svolgono una politica che rappresenti le idee di Sinistra? Visti gli scandali e le indagini che coinvolgono tanti rappresentanti e eletti del centro-sinistra, verrebbe da rispondere con un secco NO. Ed andare ad accrescere la schiera di quegli Italiani che da anni hanno smesso di esercitare il loro diritto/dovere al voto. Una tentazione estrema. Intanto, mentre l'amministratore delegato della FIAT sfasciava quanto in anni e anni si era costruito nel mondo del lavoro, il mondo capitalista/occidentale iniziava la ripida discesa verso il baratro della recessione. Anche questa storia recente -le sue cause, i suoi responsabili- devono restare chiari e definiti nelle nostre coscienze, così che a distanza di qualche anno (o anche solo di qualche mese) noi si possa essere ancora in grado di capire e conoscere le radici delle calamità alle quali andiamo soggetti. Non è questo, certo, il luogo di un'analisi economica o politica delle ragioni che ci hanno portato a questa tragica crisi economica, ma questa condizione nella quale siamo costretti può essere un'occasione per analizzare il nostro comportamento di esseri umani. Nelle scorse settimane, sempre più spesso, si è iniziato a parlare del cosiddetto “rischio default” della Grecia. Abbiamo assistito alla resa del governo Papandreu e il passaggio ad un governo di unità nazionale guidato da Lucas Papademos; in parallelo sono state anticipate le elezioni – che avranno luogo nell'aprile di quest'anno – cui sembrano favoriti individui che in passato hanno contribuito alla crescita del debito greco. Abbiamo saputo da testimoni oculari e letto dai resoconti dei giornali delle proteste del popolo greco alle misure economiche imposte dalla BCE e dal Consiglio della UE, siamo stati costretti ad assistere alla protesta impotente di Mikis Theodorakis (86 anni, musicista simbolo della resistenza al regime dei Colonnelli) e Manolis Glezos (90 anni, eroe della Resistenza ellenica ai nazisti), due uomini simbolo rimasti coinvolti negli scontri tra la polizia e i manifestanti di piazza Syntagma ad Atene... Il Partenone di Atene Era in pectore, purtroppo, da giorni. Da giorni, infatti, riflettevo sulla partecipazione del nostro popolo (ma anche nelle altre Nazioni sembra di scena un'assoluta indifferenza) ai “fatti di Grecia”. Oggi un silenzio assordante popola le piazze europee e solo rari gruppi di giovani indignatos sembrano a tratti volerne riprenderne il possesso. Nei loro slogan c'è richiesta di lavoro, di dignità, chiedono a gran voce misure giuste e uguali per tutti, rifiutano – per la maggior parte – i partiti politici tradizionali.
A questo punto, anche alla persona più moderata e diplomatica, sovverrebbe una tentazione estrema, ma... Ma poi, girando il Web, può capitare -com'è successo a me- di imbattersi in un sondaggio, un sondaggio che una volta di più dimostra il disinteresse e la superficialità di tanta, troppa gente. Sulle pagine online di Presseurop.eu (Il meglio della stampa europea) è pubblicato un sondaggio che domanda: Bisogna lasciare che la Grecia fallisca?
A quali ideali di giustizia sociale e crescita ispireremo il nostro futuro? Quale eredità consegneremo alle generazioni future?
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Venerdi, 19 Aprile 2024 15:50:15 CercaThis Web Site can be translated to your language:
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