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Il delitto di Giarre

 

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Francesco Lepore, attraverso un’inchiesta sul delitto insoluto di Giorgio e Tino, ripercorre la storia del movimento LGBT+ italiano chiamando in causa chi ha contribuito alla sua nascita.









 

Morire di pregiudizio. È accaduto nel 1980 a Giarre e, dopo 41 anni, in Italia non c’è ancora una legge per combattere la omolesbotransfobia perché la destra becera e i suoi sostenitori si mettono di traverso per evitarne l’approvazione. Non solo sostengono che non è una priorità, ma la considerano una limitazione della libertà.
Il delitto di Giarre. 1980: un “caso insoluto” e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia” di Francesco Lepore è un’inchiesta giornalistica che nasce come sviluppo di un articolo pubblicato su “Linkiesta” nel 2020, in occasione del quarantesimo anniversario del delitto. Un delitto che non fu mai risolto: Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola furono trovati morti a Giarre, in provincia di Catania, dopo due settimane dalla scomparsa. Francesco Messina confessò, ma poi ritrattò, precisando che si era assunto la responsabilità su pressione dei carabinieri.


L’autore ripercorre i fatti partendo dall’amore che legava i due ragazzi, un amore che dava fastidio a tutti perché “amare un uomo” non era possibile accettabile dalla mentalità patriarcale, sessista, bigotta dove il senso dell’onore sovrastava ogni cosa. Qualche giorno dopo la scomparsa si vocifera di suicidio e poi di suicidio-omicidio. Ma non c’è solo l’omosessualità a rendere complicata la vita di Giorgio che, anche se registrato all’anagrafe con il cognome Agatino, in realtà è figlio di Salvatore Giammona e Caterina Castiglione. Un amore clandestino e infatti il ragazzo viene ”nascosto” in collegio nel 1960 a sei anni e ritorna a Giarre solo nel 1970. Queste informazioni servono per capire meglio il contesto in cui si muovono i protagonisti. Leggendo scoprirete tante cose strane, ad esempio, che del fascicolo dell’indagine e dei verbali non c’è traccia presso la stazione dei carabinieri di Giarre e nemmeno presso il tribunale di Catania.


Quando vengono trovati i corpi di Giorgio e Antonio detto “Toni”, i giornalisti corrono a Giarre. Anche se i carabinieri sostengono che il caso è risolto, alcuni cronisti non sono convinti e nel saggio sono ben documentate le loro perplessità. Il 13 novembre i dubbi arrivano a Montecitorio con l’interrogazione a firma di Massimo De Cataldo -e sottoscritta da Marco Pannella, Emma Bonino, Adele Faccio, Leonardo Sciascia e da tutti i 17 deputati radicali- in cui si chiede di conoscere lo stato delle indagini e gli accertamenti compiuti per individuare icover-delitto-di-giarreresponsabili. L’interrogazione sarà ignorata e il 3 dicembre Massimo De Cataldo, Maria Adelaide Aglietta, Silvano Labriola, Francesco Roccella e Ugo Spagnoli se ne lamenteranno ripetutamente con il Presidente della Camera Nilde Iotti.
Il PR e il FUORI! si impegnarono per capire cos’era realmente accaduto a Giarre e per non dimenticare Giorgio e Tino, mentre la sinistra istituzionale non era ancora pronta a parlare di omosessualità. Marco Pannella porta il delitto di Giarre al XXIV Congresso Radicale a Roma, accendendo la scintilla che porterà alla nascita di Arcigay a Palermo nel dicembre 1980.
Io c’ero a quel congresso e ricordo la grande emozione che aleggiava nella aula quando Marco Pannella parlò di Giarre e di Pasolini e dei diritti negati alle persone omosessuali e trans.


Anche la legge 164 del 1982 con le norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso è frutto dell’impegno del FUORI! e dei radicali. Ricordo bene nel 1981 il primo congresso del MIT-Movimento italiano transessuale alla Società Umanitaria di Milano, la manifestazione a Milano in cui andammo in fila indiana fino alla Questura di via Fatebenefratelli per protestare per le violenze subite da una persona trans, e tanti altri momenti indimenticabili che vengono ricordati anche nel saggio. Infatti, l’autore dedica molto spazio ai 40 anni di battaglie del movimento LGBT+ italiano.
Da evidenziare, infine, il ricco capitolo con i riferimenti bibliografici.


Sono convinta che Francesco Lepore abbia fatto uno straordinario lavoro ripercorrendo le tappe del Movimento e chiamando in causa molti attivisti e attiviste, ad esempio Paola Guazzo l’intellettuale fondatrice di Lesbicx, proprio in questo momento in cui la parte oscurantista del Paese vuole mettere in discussione i passi avanti che abbiamo compiuto.
MZ


Il libro
Il delitto di Giarre

di Francesco Lepore
Rizzoli
Disponibile in versione cartacea e digitale



francesco-leporeChi è Francesco Lepore
Nato a Benevento nel 1976, è giornalista e studioso di storia della spiritualità cristiana in epoca medievale e moderna. Sacerdote dal 2000 al 2006, è stato latinista papale presso la Segreteria di Stato e poi officiale della Biblioteca Apostolica Vaticana. Si occupa di Vaticano e temi LGBT+ per “Linkiesta”, su cui cura anche il blog quotidiano in lingua latina “O tempora, o mores”. Deve a suo padre l’amore per il latino.

Ha pubblicato diversi saggi di mariologia, spiritualità cristiana medievale e moderna, storia Lgbti, tra cui le edizioni critiche del sermone longobardo “In festivitate Sanctae Marie” (Pami 2003) e del testo massonico settecentesco “Il Purgatorio Ragionato” (in “Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae” XX, 2014), “Seraphica Charitas” (Lev 2016), il volume collettaneo “Stonewall. Memoria e futuro di una rivolta”, curato con Yuri Guiana (Villaggio Maori, 2019).

 

 

 

 

 

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