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Italia Arcobaleno
Se cercate un locale LGBT non lo trovate in Italia Arcobaleno, ma se il vostro interesse è storico e culturale, divorerete la guida realizzata da Giovanni Dall’Orto con le illustrazioni di Massimo Basili. Questa è la prima guida italiana LGBT, turistica e storica, in cui trovano spazio le vicende di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali che hanno attraversato lo stivale. In questo libro sul belpaese del centro-nord, Dall’Orto accompagna il lettore tra monumenti, strade e musei nelle città di Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia, ricostruendo biografie ed eventi storici attraverso i documenti dell’epoca, con l’aiuto di centinaia di fotografie. Le illustrazioni di Massimo Basili ricreano liberamente e in chiave pop, avvenimenti e luoghi narrati, per permetterci di immedesimarci nella realtà di personaggi come Leonardo Da Vinci o la regina Cristina di Svezia. Se la guida avrà successo, sarà possibile pubblicare un secondo volume, c’è già materiale per Napoli e Palermo ma ci sono anche Genova, Brescia, Bologna, Siena, Lucca, Perugia, Capri, Siracusa, Taormina… insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per molti anni Firenze fu la città più “connotata” in senso omosessuale d’Italia, grazie a una relativa tolleranza culturale: i fiorentini ridevano di situazioni per le quali i contemporanei in altre città mandavano al rogo. Se la letteratura italiana dal trecento al Cinquecento è la più ricca d’Occidente in documenti a tematica omosessuale, ciò si deve proprio alla mancanza di remore dei fiorentini a parlare di questo temo sin da Dante e Boccaccio. La presenza omosessuale nella storia di Milano non ha mai attratto l’interesse dei ricercatori; tuttavia i documenti mostrano che non fu minore che nelle altre città italiane. Il ruolo di spicco che il capoluogo lombardo ricopre nella realtà LGBT odierna è abbastanza recente. Milano, infatti, non figurava tra le mete del Grand Tour omosessuale del XVIII e XIX secolo. Il motivo viene spiegato da Georges Hérelle, omosessuale amante dell’Italia che lamentava una differenza di atteggiamento fra i giovani del Sud e del Nord Europa: “I ragazzi giovani, come nel nord della Francia, non sembrano avere alcuna idea di questo genere d’amore; quando li si guarda non se ne rendono neppure conto». Eppure qualcosa dev’essere accaduto perché dal XX secolo la frequentazione omosessuale in Piazza Duomo, nei cinema, nei parchi si è moltiplicata. Alla nascita del movimento LGBT italiano Milano ne divenne la capitale culturale -si arrivò a contarvi la sede di quattro testate nazionali di cui una lesbica- e commerciale ma dal punto di vista politico ha sempre contato poco o nulla. Roma ha conosciuto quattro epoche di fioritura omosessuale. La prima è stata come capitale dell’Impero romano; la seconda durante il Rinascimento prima della Riforma; la terza nel XIX secolo quando il Grand Tour portò un’ondata di stranieri omosessuali artisti, letterati aristocratici; l’ultima è nel dopoguerra quando Roma irradiò notizie, polemiche e scandali a livello nazionale con la dolce Vita e con personaggi come Giò Staiano o Vincenzo Cicerone. E poi Sandro Penna, Pierpaolo Pasolini, Dario Bellezza, Antonio Veneziani, Elio Pecora e molti altri. Massimo Consoli ha inventato la prima Gay House. Fra le molte attività politiche è stato particolarmente importante il World Pride del 2000 che ha portato in un Circo Massimo gremito chi dice 600mila persone, chi dice un milione di manifestanti per i diritti LGBT. Nonostante i bei monumenti d’epoca romana e il ruolo giocato in Italia dal Risorgimento in poi, Torino iniziò ad avere un posto nella storia LGBT in epoca piuttosto recente. Casanova scrisse: «La città d’Italia in cui il sesso ha tutte le grazie che l’amore possa desiderare, ma nella quale la polizia è più d’ostacolo». Della storia LGBT di Torino sappiamo molto meno che di quella di altre città. L’ottocento vide la crescita della sottocultura omosessuale che fu studiata con preoccupazione da psicologi e antropologi, fra cui spicca Cesare Lombroso. Nel 1971 Torino acquisì una rilevanza nazionale quando si formò il gruppo che nel 1972 diede vita al “Fuori!”. Angelo Pezzana, Alfredo Cohen, Enzo Francone, Stefania sala, Marco Silombria, Domenico Tallone e altri furono gli animatori di questa stagione che ebbe anche come organo teorico la rivista “Fuori!” e come vetrina prima la libreria Hellas e poi la libreria Luxembourg. Venezia è una delle città italiane in cui la storia dell’omosessualità è stata meglio studiata, sia perché possiede uno degli archivi storici più grandi e intatti d’Italia sia perché è da secoli meta di turismo sessuale. Gli studi hanno rivelato l’esistenza di una sottocultura “sodomitica” fin da Rinascimento, con luoghi d’incontro minuziosamente elencati nelle parti che ne prescrivevano la sorveglianza. Durante il fascismo la città lagunare fu tra le prime che si cercò di bonificare. La vita omosessuale raggiunse il culmine nel primo dopoguerra ma all’inizio del XXI secolo si era già spostata, soprattutto a Padova. Chi sono gli autori Giovanni Dall’Orto è nato a Milano. Ha lavorato come giornalista per le riviste gay "Babilonia" e "Pride". È un attivista del movimento di liberazione LGBT. Si occupa da molti anni di storia e di storia dell'arte in relazione alla tematica LGBT con vari saggi, articoli e libri, quali: "Leggere omosessuale" (1983), "La pagina strappata. Intervista su omosessualità e cultura" (1985), "FreeFirenze. La più comleta, coraggiosa, affidabile divertente guida gay" (con Paolo Nieri, 2020) e sooprattutto la monografia "Tutta un'altra storia. L'omosessualità dall'antichità al dopoguerra" (2015). Collabora con Wikipedia e Wikipink e col sito Culturagay.it. Con Sonda ha pubblicato “Mamma, papà: devo dirvi una cosa” (2012). Massimo Basili è nato a Como. Dopo studi artistici in cinema e fumetto lavora tra Milano e Seoul alle serie animate "Corto Maltese", "Coccobill" e "Carnaby Street" e ai fumetti di "Calimero". Ha disegnato copertine di libri (Feltrinelli e Mondadori) e illustrazioni per pubblicità e riviste. Per otto anni ha illustrato le copertine dei Gialli Mondadori. Oggi si occupa di illustrazione e fumetto, come autore e studioso. Oltre all'attività di illustratore freelance scrive di fumetto e cultura gay su testate online e di carta (Fumo di China, Left, Pride). Dal 2017 cura "Fumetti Fuori!", un progetto di ricerca sul fumetto LGBT in Italia, con presentazioni e tavole rotonde. La sua collezione di fumetti occupa probabilmente il 90% della sua casa a Milano, dove vive e lavora. Sul suo comodino non mancano mai un libro e un album di Martin Mystère.
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