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Marocco: nel 1950 era un rifugio per gli occidentali gay

 

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Adesso sembra impossibile, eppure negli anni 50 gli omosessuali andavo a Tangeri e Marrakesh per vivere meravigliose avventure. Molti scrittori americani e inglesi subirono il fascino della città e dei suoi abitanti.








Richard Hamilton, in un articolo pubblicato dalla BBC, descrive un affascinante Marocco degli anni 50, fra scrittori e omosessualità in un connubio perfetto fra tempo e cultura. Quasi catapultati nelle strade di Tangeri si è come risucchiati in un vuoto temporale.


Oggi il Marocco è cambiato. Un uomo britannico è volato a casa da Marrakesh in seguito alla sua scarcerazione la scorsa settimana, dopo essere stato imprigionato con l'accusa di "atti omosessuali". Questo accade nel 2014, ma ci fu un tempo in cui il Marocco era conosciuto come un paradiso, per gli americani e i britannici gay che fuggivano dalle restrizioni dei loro Paesi, proprio per poter approfittare di un'atmosfera rilassata.

In quegli anni era possibile fare una passeggiata lungo la strada principale di Tangeri, il Boulevard Pasteur, svoltare a boulevard-pasteur-afpsinistra prima del Rembrandt Hotel e scendere verso il mare. E alla fine si sbucava in uno spazio vuoto che poteva sembrare un parcheggio in disuso o far pensare alle conseguenze di una bomba nucleare, lì a pochi metri c'era un ostello a conduzione famigliare denominato El Muniria, un blocco bianco, con una facciata blu ed un tetto merlato.

E in questo ostello c’era la famosa camera 9, in cui nel 1950 alloggiò William Burroughs, proprio in quella camera, facendo uso di droghe ha scritto uno dei romanzi più scioccanti del Ventesimo secolo, Naked Lunch. Il primo libro proibito per oscenità dalle leggi statunitensi, è un misto fra un’autobiografia, fantascienza e satira, condito con descrizioni di sesso omosessuale.

Racconta Richard Hamilton: quando entrai al Muniria, il membro più giovane della famiglia mi disse che potevo guardare un po' in giro, ma la stanza 9 era bloccata perché suo zio se n’era andato via con la chiave.

Scendendo ai piani inferiori mi trovai negli alloggi dove vive attualmente la famiglia; anche l’attuale padrona racconta di quando Burroughs aveva vissuto nella camera numero 9, mentre altri suoi colleghi scrittori -Allen Ginsberg e Jack Kerouac- avevano affittato le camere 4 e 5 al piano superiore. E la signora precisa che il romanziere americano Paul Bowles, l'autore di Il Thè nel desert, avrebbe alloggiato nella numero 7. 

Il Thè nel deserto all’epoca è stato un romanzo innovativo perché, sullo sfondo desolato del Sahara, ha esplorato il lato oscuro della psiche umana.

Ma perché questi giganti della letteratura americana erano così attratti dal Tangeri?

«Se si riflette un pochino, non è difficile da capire», spiega Simon-Pierre Hamelin, mentre si avvia verso la Librairie des Colonnes, una libreria sul Boulevard Pasteur di proprietà dell'ex fidanzato di Yves Saint Laurent.

Le librerie sono un altro grande lascito di quell’epoca e costituiscono un enorme richiamo letterario qui a Tangeri, comprendono testi di Jean Genet, Andrè Gide, Tennesse Williams, Truman Capote, Gore Vidal e Joe Orton, tutti gay o bisessuali; così come molti altri da Samuel Peypys a Mark Twain.

L’articolo di Richard Hamiltonè molto interessant, per questo ve ne abbiamo proposto un “assaggio”, chi lo desidera può leggere l’originale direttamente sul sito della BBC.
Tobias Pellicciari








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