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Palermo dice addio ad AltroQuando


altroquando
La storica libreria di fumetti del capoluogo siciliano, punto di riferimento del movimento Lgbtqi e della cultura undergound sta per chiudere. Ne parliamo con Filippo Messina, compagno del fondatore Salvatore Rizzuto Adelfio.




 

Fondata nel 1991 da Salvatore Rizzuto Adelfio, AltroQuando è diventata punto di riferimento del movimento Lgbtqi e della cultura underground a Palermo e non solo. Ora la storica libreria sta per chiudere e questo genera una profonda tristezza non solo nelle persone che amano i fumetti ma in tutti coloro che considerano le librerie uno spazio vitale e di aggregazione.
LeggereOnline News ha chiesto a Filippo Messina -compagno di vita e di lavoro del fondatore- di raccontarci cosa ha rappresentato AltroQuando e perché abbasserà la serranda.

D. Come nasce AltroQuando?
R. AltroQuando nasce nel 1991, fondata a Palermo da Salvatore Rizzuto Adelfio, che circa dieci anni dopo sarebbe diventato il mio compagno di vita e collega di lavoro. AltroQuando nacque inizialmente come semplice edicola, ma la passione di Salvatore per i fumetti orientò presto l'attività in questa direzione.
Un po' in tutta Italia stavano aprendo le librerie specializzate nella nona arte, e AltroQuando fu la prima ad aprire i battenti nella nostra città, in corso Vittorio Emanuele, la strada che i palermitani conoscono come il Cassaro.filippo-e-salvatore

La personalità poliedrica di Salvatore, i suoi mille interessi, non potevano però restare confinati a questi binari. Salvatore aveva già un passato come attivista per i diritti LGBT, un profondo amore per la controcultura e tutto ciò che era espressione d'arte alternativa. Se la conoscenza del media fumetto e l'indole cordiale del libraio hanno portato in fretta gli appassionati di fumetto palermitani a considerare il negozio come un cenacolo dove coltivare le proprie passioni, la vitalità di Salvatore ha presto prodotto numerose e variegate iniziative. E' iniziato così un viaggio ventennale nella fantasia, ma anche nell'attivismo politico, nella promozione delle attività underground e altro ancora.




D. Dunque AltroQuando non è una semplice libreria?
R. AltroQuando è stata, effettivamente, una strana creatura. Non si può negare che dal punto di
vista giuridico sia un'attività privata di stampo commerciale. Ma in essa, con Salvatore e le persone che nel corso degli anni gli si sono avvicinate, ha preso a battere un cuore che andava al di là del
semplice atto di vendita. C'era di base una competenza da libraio di vecchia scuola, conoscitore e amante di ciò di cui si occupa. C'era la capacità di ascoltare gli altri unita a uno spirito ribelle e a una dirompente voglia di fare, anche se con pochi, poveri mezzi.
AltroQuando è stata una libreria, ma ha funzionato a lungo anche come spazio espositivo per le opere di artisti esordienti o comunque ancora alle prime armi. Parliamo di fumettisti, alcuni dei quali oggi lavorano professionalmente nel settore, ma anche di mostre fotografiche, di pittura, e persino installazioni artistiche sperimentali che in qualche occasione ci hanno incasinato allegramente il negozio.

Con la collaborazione dei suoi stessi clienti, ormai divenuti anche degli amici, si sono prodotte fanzine, dato spazio a etichette musicali indipendenti e alla piccola editoria. C'è stata l'attenzione alla cultura omosessuale (presente
anche nelle mostre) e la produzione di una rivista, realizzata interamente a nostre spese, divulgativa della cultura esteticamente sovversiva dei Bears, gli orsi gay, realtà al tempo del tutto sommersa nella nostra città.

Ripensandoci, si è fatto veramente un po' di tutto. Sempre nel segno di una cultura alternativa, propositiva, che sfuggiva ai canoni egemonici. Forse, se vogliamo, una felice incapacità di crescere del tutto, ma sempre con l'estro di incanalare queste energie in qualcosa di creativo. Si è partiti dai fumetti, e si è arrivati molto lontano, toccando a volte temi e situazioni che non ci aspettavamo neppure.




D. Ed ora la decisione di chiudere, perché?
R. La ragione principale per la chiusura di AltroQuando, il colpo di grazia, se così vogliamo dire, si può identificare con il fatto che il suo titolare, purtroppo, si è ammalato in modo serio. Sono abbastanza sicuro che se Salvatore fosse stato in salute, anche stavolta, come in passato, ci saremmo sforzati di inventare qualcosa per ripartire. Certo, la destinazione finale sarebbe stata comunque la stessa, ma è probabile che si sarebbe rimasti a difendere il forte ancora per un po'.
Per il resto, il quadro è complesso e si potrebbero dire tante cose. Si può parlare genericamente della crisi globale, e del fatto che là dove tutti tirano la cinghia si smette di comprare il superfluo. Se il settore del libro è in crisi, il fumetto, che nell'ambito dell'editoria ha sempre avuto un ruolo da Cenerentola, lo è molto di più.
altroquando-internoUn'altra causa sono le trasformazioni sociali che andiamo attraversando. Io non mi sento di dare la colpa a Internet e agli acquisti online. Non è solo questo. La rete ha contribuito, insieme ad altro, a modificare certe mentalità e il modo di fruire le cose. Si è perso il senso di appartenenza, l'abitudine a frequentare una rivendita di fiducia.
Un'altra ragione riguarda le trasformazioni della città, che nel corso degli anni è andata cambiando faccia senza che le istituzioni si preoccupassero di preservare le attività storiche dalla progressiva desertificazione. Noi ci troviamo nel centro storico di Palermo, e abbiamo visto spegnersi un'attività dietro l'altra. Quello che resiste di più è la ristorazione, ma tutto il resto chiude perché sostanzialmente viene meno la richiesta. Un tempo qui era pieno di uffici. Uffici a cui noi, essendo anche edicola, fornivamo regolarmente di quotidiani e riviste. La cosa non ci faceva arricchire, ma rappresentava sicuramente una scorta di ossigeno. Pian piano, tutti questi uffici sono stati spostati in periferia, e al loro posto sono andati sorgendo alberghi. Oggi, dunque, c'è grande passaggio di turisti. Ne entrano molti anche nel nostro negozio, ma solo per curiosare. E' rarissimo che acquistino qualcosa, perché non teniamo materiale che possa interessare realmente il turista straniero.


D. Pensi sia possibile fare qualcosa per evitare la chiusura di AltroQuando?
R. Temo che non sia molto razionale pensare di salvare l'attività. Non questa volta. Oltre al forzato allontanamento di chi ha plasmato la libreria con la sua personalità, il settore non funziona proprio più. Forse sono io che manco di immaginazione, ma l'attività andrebbe reinventata da zero, giacché allo stato delle cose non fornisce più gli incassi sufficienti a mantenerla aperta.
Altro elemento cruciale, è l'attuale funzionamento dei meccanismi editoriali. Gli editori sono andati sempre più considerando e trattando le fumetterie come il loro consumatore finale, e non come un tramite per raggiungere i lettori sul territorio. Da qui una serie di promozioni inutili, di condizioni di reso non convenienti, e di conseguenza un crescente strangolamento economico. Non a caso le fumetterie stanno chiudendo un po' in tutta Italia. Nessuno se la passa bene. E mi riesce difficile prevedere il futuro di questo media e di questa forma di commercio.
Non ce la faccio a immaginare la sola vendita online. E anche se si arriverà a questo, la principale conseguenza sarà la cancellazione delle realtà più indipendenti, dell'editoria alternativa, degli esperimenti fuori dal coro. Si andrà incontro a una forte omologazione che vedrà resistere solo i colossi editoriali mentre le realtà più piccole e propositive si ridurranno fino a scomparire.
E questo è molto triste.



D. So che hai cercato di inserire AltroQuando in Wikipedia per lasciare una traccia ma non è stata accettata?
R. Sì, è appena successo. Ma non vorrei dare a questo episodio un'importanza eccessiva. Wikipedia è una comunità gestita da utenti che si danno regole a volte farraginose, spesso in contraddizione con i contenuti che trovi ospitati. Evidentemente, un moderatore ha letto la prima stesura e ha deciso che la voce relativa alla fumetteria AltroQuando di Palermo ”non ha rilevanza enciclopedica”, per usare il linguaggio di Wikipedia.
Da un punto di vista storico, chi vive a Palermo e ricorda le avventure e le battaglie di questa libreria ormai destinata alla chiusura potrebbe dissentire. E' possibile anche che abbia lavorato male io, poco avvezzo a gestire Wikipedia come utente registrato. Ad ogni modo si sta provando a contattare gli amministratori per chiarire la cosa e appurare se sarà possibile, in futuro, dedicare uno spazio in memoria di AltroQuando anche sulla famosa Enciclopedia Libera.



salvatore-rizzuto-adelfio
Chi è
Salvatore Rizzuto Adelfio

Nato a Palermo nel 1951, è stato il primo obiettore di coscienza italiano a fruire della legge sul servizio civile in quanto omosessuale dichiarato. La motivazione, fortemente politica, si basava sul rifiuto di servire uno stato che non gli riconosceva gli stessi diritti di un cittadino eterosessuale. Militante del F.U.O.R.I. sin dalla sua fondazione, Salvatore è sempre stato un attivista per i diritti delle persone LGBT, impegnato nell'ambito della controcultura. Nel 1991 fonda a Palermo la libreria AltroQuando, prima fumetteria della città, che diventa presto un polo di aggregazione per artisti alle prime armi e punto di riferimento per l'organizzazione e promozione di cultura alternativa. E' stato anche tra i fondatori dell'associazione omosessuale Articolo Tre.


ifilippo-messina-al-prideChi è Filippo Messina - Perdido
Un blogger siciliano (classe 1963), noto in rete con il nick Perdido. Giornalista televisivo e cartaceo negli anni novanta, oggi collabora con le riviste online FantasyMagazine e Fumettidicarta. Fondatore della fanzine WOOF! Magazine, dedicata alla divulgazione della cultura omosessuale ursina, prodotta per sei anni dalla libreria AltroQuando di Palermo, Perdido continua a lavorare nell’ambito della critica fumettistica e della comunità LGBT, sempre nell’ambito della cultura Bear.

Chi vuole conoscere meglio Perdido può visitare il suo blog e leggere l’intervista sulla lettura.




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