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L’articolo, firmato da Maria Teresa Meli, pubblicato venerdì 2 dicembre sul Corriere della Sera, sulla presunta e-mail inviata dal Ministero della Salute alla Rai per vietare l’uso della parola “preservativo" nelle trasmissioni del 1° dicembre, ha scatenato un uragano. Le associazioni della comunità Lgbtqi sono giustamente insorte. LE REAZIONI Aurelio Mancuso Presidente Equality Italia, oltre a chiedere chiarimenti al Ministro, ha chiamato in causa anche la Rai: «Chiediamo al Presidente della Rai e al Consiglio d’Amministrazione di dare conto ai cittadini italiani di una disposizione, che se confermata, lede i fondamentali diritti di avere dalla Tv di Stato un’informazione completa, obiettiva, basata sulle determinazioni scientifiche. Non è ammissibile che il ministero della Salute possa aver sollecitato una posizione del genere e, ancor più grave, che sia stato sollecitato un orientamento del genere all’interno della televisione pubblica». Sul tema, è intervenuto anche Luigi Nieri, capogruppo di SEL alla Regione Lazio, secondo il quale «l'atteggiamento irresponsabile del Ministero e l'atteggiamento prono della RAI sono indice di una situazione che è al limite del sopportabile. Queste pratiche censorie sono intollerabili in un Paese civile. Ci dobbiamo dunque domandare se l'Italia si possa ancora considerare tale o se ci dobbiamo rassegnare a vederla sprofondare nel buio dell'ignoranza, in una spirale che ci riporta indietro di decine di anni». LA SMENTITA Come era prevedibile, anche la smentita ha generato prese di posizione da parte di alcune associazioni LGBTQI. Rebecca Zini, responsabile salute Arcigay, ringrazia il Ministro della Salute per le rassicurazioni sull'inesistenza di un veto in RAI alla pronuncia della parola preservativo e alla diffusione di una cultura della prevenzione. «La nostra - precisa Marrazzo - sarà una manifestazione pacifica contro quella che ormai appare essere, anche stando alle affermazioni del CDR del Gr Rai, una forma di pressione da parte della Rai sui giornalisti a non parlare di preservativo, cosa che si verifica ormai da troppo tempo nel servizio pubblico radiotelevisivo, che da oltre un decennio non programma una seria campagna di informazione sulla prevenzione da HIV. Una linea editoriale che appare adesso smentita anche dalle ultime dichiarazioni sull'utilità dell'uso del profilattico come mezzo di prevenzione dallo stesso Ministro Balduzzi, dichiarazioni che apprezziamo».
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Venerdi, 19 Aprile 2024 21:08:18 CercaThis Web Site can be translated to your language:
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