Regione Lombardia: un esempio di omofobia

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17-maggio-2017Roberto Maroni ha celebrato a suo modo la giornata internazionale contro omofobia bifobia  e transfobia negando il patrocinio al Pride 2017 che si terrà a Milano sabato 24 giugno.  


 

17 maggio: Giornata internazionale contro omofobia bifobia e transfobia, quella giusta per pubblicare la notizia del negato patrocinio al Pride 2017 da parte della Regione Lombardia. Il Governatore Roberto Maroni non riconoscendo un evento è ormai parte di Milano e che promuove momenti di incontro e di riflessione

roberto-maroni favorendo l’inclusione, ha dato un bell’esempio di omofobia e, contestualmente, di ignoranza e fondamentalismo.
La scelta della Regione di dissociarsi da un Pride che ha come motto “Diritti senza Confine” e punta a dare voce a tragedie spesso dimenticate e anche su violazioni di diritti che esulano dal solo mondo LGBTI, assume una valenza politica ancora più forte. Del resto, da chi è sempre pronto a puntare il dito contro chi non è omologato non si può pretendere un improvviso lampo di intelligenza e apertura mentale.

Per fortuna ci sono azioni di sostegno quale il video realizzato da Leggo e i programmi e contenuti speciali con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui temi dell’omofobia e della discriminazione che Sky offrirà sui propri canali Sky Sport, Sky Cinema e Sky Tg24. Non ho ricevuto notizia di una programmazione speciale da parte della Rai.

Ma torniamo al 17 maggio. Una giornata celebrata in 130 Paesi nel mondo e molto importante per la comunità Lgbt, perché nel 1990 l'omosessualità veniva cancellata dalla lista delle malattie riconosciute pubblicata dall'Organizzazione mondiale della sanità.

E per favore non ditemi che in Italia non ci sono omofobia bifobia e transfobia perché i dati vi smentiscono. Ad esempio quelli raccolti dalla Gay Help Line, attiva da 11 anni. Circa 220mila persone hanno chiesto aiuto per le motivazioni più diverse: minori cacciati dalle loro stesse famiglie ma anche professionisti che incontrano ancora oggi discriminazioni nei luoghi di lavoro. E poi c’è chi subisce aggressioni fisiche a scuola, al lavoro, in famiglia, per la strada e chi cerca semplicemente un sostegno per vivere la propria omosessualità o la propria transessualità.


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Lo dico da molti anni, per capire realmente cosa significa pregiudizio e discriminazione, le persone dovrebbero vivere per qualche mese nei panni di una persona Lgbt, e non in una metropoli, ma in una città di provincia o in un piccolo Paese. E vi assicuro che Nord, Sud o Centro non fa differenza per essere se stessi ci vuole sempre molto ma molto coraggio.

Il pregiudizio lo senti sulla pelle, basta uno sguardo, un sorrisetto, una mezza parola. A chi, come me, è abituata a lottare da tanti anni, suscita solo pena nei confronti di esseri così ignoranti e meschini, ma nelle persone che non hanno ancora sviluppato anticorpi e costruito una forte corazza può causare molti danni.

Insomma c’è ancora molto lavoro da fare in Italia e nel mondo.