Registro coppie di fatto

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Servono davvero? Secondo Giuseppina La Delfa possono trasformarsi anche in una "pericolosa trappola".



Indubbiamente si tratta di “surrogati” pensati per uno Stato che nega i diritti a una parte di cittadini, ma, secondo Giuseppina La Delfa, in alcuni casi, diventano una “pericolosa trappola”. 


Negli ultimi giorni è ripartito l’iter per il riconoscimento delle coppie di fatto: in Senato è stato presentato un Dll e alla Commissione Giustizia della Camera la Presidente Giulia Bongiorno prenderà in esame le 9 proposte di legge sullo spinoso tema.
Nel frattempo però nella vita di queste persone tutto rimane immutato e, visto lo scarso interesse che i nostri politici sembrano riservare ai diritti di questi cittadini, il rischio è che tutto si risolva per l’ennesima volta in una bolla di sapone. 

Lo scorso febbraio, forse per smuovere un po’ le acque, l’associazione radicale Certi Diritti in collaborazione con 28 realtà romane operanti in ambito Lgbtqi e dei diritti civili, ha lanciato la campagna di raccolta firme in sostegno di una delibera per il riconoscimento anagrafico delle Unioni Civili nel Comune di Roma, seguita da un’analoga campagna per l’istituzione di Registro delle Unioni civili al Comune di Milano. 

A Roma, dove la raccolta firme è molto attiva, la campagna si chiuderà il 16 maggio. A Milano il pungolo della raccolta firme sembrava aver dato buoni frutti. Lo scorso 22 febbraio il Comune aveva approvato una delibera per gli aiuti anticrisi alle coppie di fatto senza distinzioni tra sposati, coppie di fatto, eterosessuali, unioni gay. Ma questo, che sembrava essere a tutti gli effetti la prova generale del Registro delle Unioni Civili, ha scatenato il finimondo.
E così tutto si è nuovamente bloccato e il Registro è stato “congelato”.
Chissà se il capoluogo lombardo riuscirà a istituire il Registro delle Coppie di Fatto come è accaduto a Torino e Napoli o dovrà soccombere sotto l’ala più conservatrice della Giunta?


REGISTRO COPPIE DI FATTO: SONO DAVVERO UTILI?

Giuseppina-La-DelfaNella Comunità Lgbtqi però non tutti sono favorevoli al Registro delle Coppie di fatto, Giuseppina la Delfa, presidente delle Famiglie Arcobaleno, ha sollevato parecchi dubbi. Perplessità esposte con molta lucidità nel corso del convegno “Sessualità e Diritti Lgbt”, tenutosi lo scorso 19 aprile a Napoli.
«Per le Famiglie Arcobaleno,- ha spiegato La Delfa - la famiglia anagrafica intesa come registrazione sullo stesso Stato di Famiglia, ha un solo vantaggio di natura essenzialmente simbolica: esistere come famiglia. Ma questo riconoscimento può tradursi in spese e tasse».
Cosa significa?

 

La famiglia La Delfa
«I Registri comunali riconoscono i nostri legami affettivi e ci riconoscono come nuclei familiari, ma questo comporta nuovi doveri senza diritti. E’ molto semplice, per calcolare il reddito ISEE -Indicatore di situazione economica equivalente-, occorre compilare l’apposito modulo, grazie al quale è possibile accedere ad agevolazioni per servizi di pubblica utilità quali, ad esempio, assegno di maternità per madri disoccupate, prestazioni scolastiche (libri di testo, borse di studio, diritto allo studio universitario e tasse universitarie, mense…), servizi sociosanitari domiciliari, ed altri servizi educativi per l’infanzia. Ora per una FA, che vale la pena ricordare non gode di tutele familiari, avere lo Stato di Famiglia Anagrafico significa in pratica rinunciare a tutti gli aiuti di cui potrebbe godere come genitore single, quali effettivamente siamo per lo Stato».

 

E Giuseppina La Delfa ha proposto due esempi concreti:
«La retta del nido di un bambino con due mamme che lavorano sarà calcolata in base ai redditi cumulati dalle due genitrici. Il risultato sarà il pagamento di una retta più cara. Per lo stesso motivo il bambino non riceverà aiuti per i libri, la mensa, le tasse universitarie e dovrà pagare il ticket sanitario. Inoltre la madre legale non potrà usufruire dell’assegno di maternità poiché è sostenuta economicamente dalla compagna.
E questo lo comprenderei e sarebbe accettabile se la FA fosse riconosciuta a tutti gli effetti e quindi anche per i benefici di tipo fiscale e sanitario che ne potrebbero derivare quali ad esempio: assegni di mantenimento, mutui agevolati per la prima casa, punteggi per figli e coniuge a carico per i concorsi pubblici, tutele e garanzie in caso di separazione o morte».
In altri termini secondo Giuseppina La Delfa «le FA sono “famiglia” quando si tratta di pagare e non lo sono più se si tratta di ricevere qualche beneficio! Insomma due pesi e due misure. Siamo sempre esclusi da ogni aiuto di Stato ma sempre inclusi per partecipare allo sforzo collettivo».


FA -La-Delfa 

REGISTRI UTILI SOLO SE GESTITI BENE
Indubbiamente i Registri delle Coppie di Fatto sono un “surrogato” in attesa che lo Stato si decida a promulgare leggi adeguate.
Ma, se gestiti bene, tali Registri possono dare una mano alle coppie di fatto, come ha spiegato Enzo Cucco dell’Associazione radicale Certi Diritti.

 

«Esistono delle materie di competenza degli Enti locali sulle quali Comuni e Provincie hanno piena potestà amministrativa. Questo vuol dire che i Comuni in quelle materie possono organizzarsi come meglio ritengono, ovviamente senza andare contro la normativa nazionale».
Ed Enzo Cucco ha raccontato quanto sta accadendo a Torino. «Il Comune fa abbonamenti di favore per le famiglie che abitano in centro, abbiamo chiesto di estendere questi benefici -per inciso alcune decine di euro al mese- alle Unioni Civili».

 

In altri termini è indispensabile individuare quelle aree di competenza del Comune ove è possibile stabilire iniziative specifiche oEnzo-Cucco condizioni di favore per famiglie matrimoniali, ed estenderle alle Unioni Civili.
«Inoltre – ha sottolineato Enzo Cucco - è assolutamente necessario che le delibere contengano un impegno del Comune a rimuovere queste discriminazioni e garantire pari opportunità. Ed è indispensabile che le associazioni, da una parte incalzino i Comuni che hanno approvato queste delibere affinché le applichino, dall’altra diano indicazioni per le nuove iniziative da assumere. Nessun Comune, nemmeno il migliore, si affretterà a fare questo lavoro».
Nel capoluogo piemontese il Comitato Unioni civili Torino sta procedendo esattamente in questa direzione e sperano di raggiungere presto significativi risultati.

 

Che dire? Un’amara riflessione: quanta fatica e quale dispendio di energie per raggiungere obiettivi e diritti che negli altri Paesi sono stati acquisiti da anni. In Italia ci arrovelliamo il cervello per pungolare in tutti i modi i nostri politici senza avere la certezza di arrivare a raggiungere la meta. Tutto ciò non solo è molto frustante, fa anche molto arrabbiare e fa venire voglia di urlare a pieni polmoni: basta discriminazioni, basta ingiustizie.
Marinella  Zetti