Aids, un nemico sempre in agguato

  • Stampa

 

stop-aids
Anche in Italia è in crescita il fenomeno late presenter ma di prevenzione non se ne fa e il preservativo è sempre un tabù. Ne parliamo con l’infettivologo Mario Figoni.



 

Mario Figoni si occupa di Aids e malattie infettive da tanti anni e non solo in Italia, è stato in prima linea in Africa. Pianeta Queer gli ha chiesto di fare il punto della situazione nel nostro Paese.Mario Figoni

 

D. Con più di 4mila nuove infezioni l’anno, l’Italia viene definita a incidenza medio/alta, inoltre dai dati emerge che molte persone si accorgono di essere sieropositive con molto ritardo, in particolare le donne lo scoprono quando aspettano un bambino e si sottopongono ai test di routine, La situazione è veramente così grave?
R. Si, è grave. Il fenomeno dei cosiddetti “late presenter” (persone che scoprono di essere ammalate di Aids, senza mai aver sospettato, per anni, di essere sieropositive per l'HIV)  non è solo italiano, ma vuol dire che c'è qualcosa nella comunicazione che non funziona...
Ancora più grave è scoprire la sieropositività durante una gravidanza o addirittura durante il parto!
Bisognerebbe anzitutto rendere automatico il fatto che tutte le donne gravide, consenzienti o no, si sottopongano al test. Questo eviterebbe la nascita di bambini sieropositivi, dando il tempo di prendere tutte le precauzioni necessarie (terapia alla madre durante la gravidanza, taglio cesareo e terapia al neonato) per evitare la trasmissione materno-fetale.
 

D. Molti sostengono che sarebbe opportuno incentivare la somministrazione del test HIV, lei cosa ne pensa?
R. Sì, sarebbe auspicabile, ma il test è solo la dimostrazione del “danno”. L'ideale sarebbe agire ancora più a monte e diffondere l'uso del profilattico, magari anche abbassandone  “politicamente” il prezzo: il periodo della vita in cui il sesso è pane quotidiano non coincide con l'abbondanza di finanze...
 

D. Oltre all’Aids, stiamo assistendo a una recrudescenza di molte malattie sessualmente trasmissibili sessualmente, quali sono le più pericolose?
R. Tra le tante la sifilide è quella che può causare pù danni perché è spesso misconosciuta.
 

D. A suo avviso quali regole è opportuno seguire per evitare il contagio?
R. Bé,  gli autori anglosassoni enunciano la pratica dell'ABC. Facile acronimo in cui A sta per astinenza, B per “Be faithful” (essere fedeli) e C per Condom, profilattico. Ecco, senza chiedere ai giovani carichi di ormoni di fare gli asceti, l'uso del profilattico è  la regola più semplice.
 

D. Cosa si fa concretamente in Italia per informare i cittadini? Anche lei ritiene che in Italia si parli poco di preservativo?
R. Sì, purtroppo la Chiesa in questo caso agisce come elemento oscurantista ed è difficile rompere il muro di perbenismo di facciata che permea la società italiana, mai affrancata, nemmeno con la breccia di Porta Pia, dallo Stato della Città del Vaticano.
E le campagne di informazione degli anni 90 contro l' AIDS sono purtroppo un ricordo: dal 2000 in poi c'è una voragine di mancanza di comunicazione, la gente comune pensa che ormai con i farmaci, il problema sia risolto...
 

D. Molti sostengono che la prevenzione farebbe risparmiare lo Stato, è d’accordo con tale tesi?
R. Come posso confutare una tesi del genere. Una persona sieropositiva costa alla comunità, solo in farmaci, circa 24.000 € l'anno!
 

D. A suo avviso come bisognerebbe organizzare una campagna di prevenzione?
R. Indirizzandola soprattutto ai soggetti a rischio, ovvero alle persone attive sessualmente, sia omo che etero,  i tossicodipendenti non sono più un bersaglio, come all'inizio dell'epidemia.
 

D. Da più parti si sente parlare di vaccino, quanto bisognerà ancora aspettare perché diventi realtà?
R. Su questo argomento sono scorsi fiumi di inchiostro. Con le attuali conoscenze penso che non sia realizzabile.
(a cura di M.Z)
 



Chi è Mario Figoni:
è nato a Roma nel 1957, nel giugno 1982 si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi La Sapienza di Roma; nel 1987 ha conseguito la specializzazione in Malattie Infettive e ha continuato la sua formazione sia lavorando sul campo sia partecipando ed eventi formativi in Italia e all’estero. E’ stato relatore/moderatore a numerosi convegni nazionali ed internazionali e ha partecipato a importanti progetti e studi in ambito di ricerca su HIV e malattie infettive. Inoltre ha al suo attivo numerose pubblicazioni su riviste scientifiche italiane e straniere.
Nel corso della sua vita ha lavorato nei reparti infettivi di numerosi ospedali in Italia e all’estero e ha collaborato attivamente con la Croce Rossa.
Mario Figoni ha operato per molti anni come volontario e consulente di Associazioni e del Ministero Affari Esteri in Mozambico, Guinea-Bissau, Mali, Etiopia e Capo Verde in progetti di cura e prevenzione di malattie infettive.
Inoltre è Consulente infettivo logo presso gli Istituti Penitenziari afferenti l’ASL NA 1 Centro (I.P. di Secondigliano, di Poggioreale  e O.P.G. - Napoli).
Attualmente è Dirigente medico presso la Quarta Divisione (AIDS, Sezione Femminile) I.P.A.S.  “Medicina tropicale e delle migrazioni dell’ Azienda Ospedialiera Specialistica dei Colli di (Monaldi-Cotugno-CTO) di Napoli.
L’impegno di Mario Figoni è stato premiato con riconoscimenti quali l’Attestato di collaborazione clinica-scientifica dal Centro di Terapia  Iperbarica A.O.R.N. “A. CARDARELLI”; il Premio “numero uno”, dall’Azienda Ospedaliera “D.  COTUGNO”e il Dipolma di “onore al merito” per  l’impegno speso a favore  delle popolazioni delle isole Bijagòs della Guinea Bissau.

Chi desidera conoscere meglio Mario Figoni può vedere il video in cui racconta le sue esperienze e introduce la sua splendida famiglia.


LINK:
Intervista su HIV e supporto psicologico ad Alberto Vito su Pianeta Queer
Intervista a Pigi Mazzoli, sieropositivo da 27 anni su Pianeta Queer
Il nuovo progetto HIV? Sintonizzati! su Pianeta Queer