Matrimoni gay: trascrizioni, cancellazioni e…

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Le spiegazioni e i commenti sulla sentenza del TAR del Lazio di Maria Grazia Sangalli, Presidente Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford.











Tutti i giornali hanno dato grande spazio alla sentenza del TAR del Lazio sulla cancellazione della trascrizione nei registri dello Stato civile dei matrimoni di persone omosessuali celebrati all’estero. Una sentenza che merita approfondimenti e riflessioni. Vi proponiamo quelli Maria Grazia Sangalli, Presidente Avvocatura per i diritti LGBTI – Rete Lenford.

 

Il TAR Lazio ha reso disponibile ieri le motivazioni della sentenza che ha accolto il ricorso presentato dalla coppia romana assistita da Avvocatura per i diritti LGBTI - Rete Lenford, con gli avvocati Di Mario, Masini e la Prof.ssa Torchia contro il provvedimento di cancellazione del prefetto di Roma delle trascrizioni dei matrimoni celebrati all’estero.

Come prospettato dalle ricorrenti, la sentenza riconosce che la legge non consente all’autorità amministrativa, sia esso prefetto, ministro o lo stesso sindaco, di procedere alla cancellazione dei matrimoni trascritti nei registri dello stato civile. Un intervento quale quello posto in essere dal Prefetto di Roma e ordinato dal Ministro dell’interno “compete solo all'Autorità giudiziaria”.

La sentenza conferma anche che la sovraordinazione del Ministro dell’interno e dei prefetti nei confronti del Sindaco inretelenford materia di stato civile consiste nell’esercizio di un potere di vigilanza e non di intervento diretto sugli atti di stato civile. Il solo caso di sostituzione nelle funzioni dell’ufficiale di Stato civile è previsto per inerzia del sindaco, ma è il caso esattamente opposto a quello di un sindaco che trascrive esercitando le proprie funzioni.

L’argomento della sostituzione per sovraordinazione gerarchica era stato difeso dal Ministero anche in sede parlamentare in risposta all’interrogazione urgente (question time) n. 3-01110 presentata dall’On. Formisano il 22 ottobre 2014 e all’interpellanza urgente n. 2-00794 presentata dall’On. LOCATELLI il 9 gennaio 2015, sulla base del richiamo di una sentenza del Consiglio di Stato che però il TAR ha categoricamente escluso essere applicabile al caso in esame, in quanto vertente nella diversa materia dei servizi di pubblica sicurezza nei Comuni.

Con la sentenza i giudici hanno pertanto annullato il provvedimento prefettizio, ma anche la circolare del Ministro Alfano del 7 ottobre 2014 nella parte in cui attribuisce ai prefetti un potere di intervento diretto sui registri dello stato civile, ordinando loro la cancellazione delle trascrizioni.

Non è stata invece annullata la prima parte della circolare che spiega ai sindaci le ragioni di diritto in base alle quali i matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso non sarebbero trascrivibili. Secondo il TAR le ragioni esposte dal Ministro sarebbero corrette.

Preme sottolineare che le circolari ministeriali non sono fonte di diritto, come sottolineato anche da unanime e pacifica giurisprudenza, e come tali non hanno forza vincolante. I sindaci possono continuare a trascrivere i matrimoni se convinti che la legge italiana vigente consenta invece la trascrizione. Questo è quanto abbiamo sempre sostenuto e motivato come Rete Lenford in più scritti che sono pubblici. Saranno eventualmente i tribunali civili, su impulso del pubblico ministero, a valutare se le trascrizioni siano conformi a diritto oppure non.

La giurisprudenza attualmente disponibile, lo sappiamo, sembra propendere per il rifiuto delle trascrizioni, ma il provvedimento di pochi giorni fa del Tribunale di Grosseto che ha rinnovato l’ordine di trascrivere fa ben sperare. Siamo certi che i procedimenti attualmente pendenti, non ultimo quello che ci vede coinvolti dinanzi alla Corte europea dei diritti umani, potranno contribuire a far emergere la correttezza delle ragioni giuridiche che le avvocate e gli avvocati della Rete Lenford sostengono per dimostrare che la trascrizione sia un atto dovuto e che i matrimoni contratti all’estero producono in tutto o in parte effetti anche in Italia.

Come ha sostenuto l’ex presidente della Corte costituzionale Sabino Cassese, nell’intervista rilasciata ieri al quotidiano La Stampa, ostinarsi a voler sequestrare la parola matrimonio per riservarla alle sole coppie eterosessuali, “va contro il diritto di chi vuole vivere insieme ad una persona dello stesso sesso con tutte le tutele giuridiche, sociali e patrimoniali che gli spettano”.

L’impegno di Rete Lenford continua, per vedere riconosciuto senza riserve il diritto a trascrivere il matrimonio estero e per ottenere, anche nel nostro Paese, il matrimonio egualitario”.

 

Ed ora, dopo l’ennesimo “pasticcio”, la palla torna ai nostri parlamentari che dovrebbero fare l’unica cosa per sbrogliare la matassa: approvare velocemente una legge che consenta alla persone omosessuali di sposarsi.

Ce la faranno? O la promessa di Matteo Renzi non verrà mantenuta e rimarranno solo parole al vento?

La Redazione