Africa: sulla strada di un genocidio gay?

 

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In molti Paesi del continente nero, un’ondata di odio sta investendo il popolo LGBTI. Molti temono una nuova mattanza nell’indifferenza delle diplomazie internazionali. 




 

Dopo 20 anni il Rwanda si trova a riflettere su uno dei genocidi più virulenti della storia che ha causato la morte di un milione di cittadini. Improvvisamente, nel 1994, si scatenò un’ondata di odio, come quello che oggi sta investendo il popolo LGBTI in molti paesi Africani, quali, ad esempio, Nigeria, Uganda, Kenya, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Sud Africa ed altri.

Vent'anni sembrano un lungo periodo, ma per i sopravvissuti è appena ieri e il dolore per i loro affetti stroncati dalla mano omicida è ancora vivo. Resta tutt'oggi un mistero cosa scatenò la mattanza che si svolse nella sostanziale indifferenza delle diplomazie internazionali.

ahuman rights in africa
Indifferenza dovuta a giudizio degli osservatori, anche alla storia della colonizzazione tedesca e belga: nel 1896 i primi coloni tedeschi trovarono il Rwanda in preda a lotte intestine tra i tutsi, minoritari, ma fisicamente più "belli", alteri guerrieri e gli hatu, agricoltori piccoli di statura il cui il nome stesso significa "servo". I colonizzatori decisero che i tutsi era la "razza superiore" locale, destinata a dominare i contadini negro-bantù. Il Belgio si impadronì del Rwanda e del Burundi dopo
la Prima Guerra mondiale e mantenne il sistema lasciato dai tedeschi, accentuando le discriminazioni: ai tutsi rimase in gran parte il potere politico, militare ed economico. L'odio atavico crebbe, così, quando il Rwanda nel 1961 ottenne l'indipendenza, si compirono vendette, saccheggi e atrocità. Nell'emulare l'orrore portato dai colonizzatori, la maggior parte degli hatu imparò in fretta a mutilare per far soffrire prima di uccidere e a decapitare con destrezza i bambini di fronte alle madri. Fino al genocidio del 1994.

Noi desideriamo rendere omaggio a tutte quelle persone che hanno giocato un ruolo fondamentale nel fermare il genocidio, per poter salvare più vite possibile e facciamo appello a tutti i responsabili di questo crimine di portata troppo grande per essere messo davanti alla giustizia.

Perdere un milione di persone a causa dell'odio è una vergogna per tutto il mondo ed ogni nazione dovrebbe dedicare le proprie attenzioni ed energie per garantire che episodi simili non si ripetano.

paul kagame rwanda

«Tutti i genocidi nascono da un’ideologia, - ha ribadito il presidente del Rwanda Paul Kagame - questa ideologia sostiene che un gruppo di persone sono meno umane di noi e meritano di essere sterminate».
Kagame ha riversato la colpa su francesi, missionari cattolici e funzionari del Belgio ritenendoli responsabili della fermentazione dell'ideologia in Rwanda, ideologia che nel 1994 ha provocato il massacro di un milione di tutsi e hutu moderati.

Le parole del leader della Repubblica del Rwanda sono una lezione anche per gli altri leader africani, un monito per fermare l’odio verso le persone omosex che rischia di provocare uno sterminio delle persone LGBTI in Africa. Un invito esplicito a lavorare per la giustizia e l'uguaglianza del popolo omosessuale in tutto il Paese.


Sterminare le persone LGBTI

Oggi in Africa vi è una crescita pericolosa dell’ideologia volta a sterminare le persone LGBTI.

Il presidente del Gambia, Yahaya Jammeh ha descritto gli omosessuali come parassiti e ha avvertito il governo che liyahaya-jammeh-gambia affronterà come si affrontano le zanzare che causano la malaria. Jammeh ha messo in guardia le persone gay invitandoli a lasciare il suo Paese prima che venga loro tagliata la testa. Egli ha anche definito i gay con parole estreme, definendoli la una grande minaccia.

Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe mentre festeggiava il 90esimo compleanno ha affermato che i gay sono sporchi e distruggono le nazioni ha anche minacciato la castrazione e la decapitazione, infine ha promesso lo stesso rispetto che si ha per "i cani e i maiali".

In Africa negli ultimi mesi sono entrate in vigore leggi più severe per disciplinare il popolo omosessuale anche se esistono già condanne a morte in alcune parti della Nigeria.

L'ideologia di odio in Africa verso le persone LGBTI è sostenuta con la propaganda che afferma che i gay sono deviati sociali e che le culture occidentali stanno usando i diritti delle persone omosessuali per distruggere le famiglie africane.

L'ex presidente americano Bill Clinton ha definito in più occasioni il genocidio in Rwanda il suo più grande rimpianto. Oggi, il governo americano può fare molto per fermare i predicatori che esportano l'ideologia dell'odio verso i gay in Africa e bisogna farlo prima che il Paese cominci a coordinare un suo nuovo attacco.


Dal momento in cui è entrata in vigore la nuova legge in Nigeria sono notevolmente aumentati gli attacchi nei confronti dei cittadini LGBT, alcuni dei quali sono stati costretti ad espatriare per cercare rifugio.


In Uganda la firma della legge Anti-Homosexuality Bill è stata rivendicata dal presidente Masuveni, dicendo che sarebbe stato il modo per proteggere gli ugandesi da un gruppo di persone che è definito "meno umano". I leader religiosi hanno organizzato due marce nel paese per ringraziare il presidente per l'atto della firma.

Per la prima volta nella storia dell'Uganda un disegno di legge è stato firmato in diretta televisiva, seguito da interviste da parte del presidente in cui ha dato un suo personale punto di vista.

yoweri museveni
Il presidente ha anche usato questa
opportunità per continuare a diffondere l’odio verso le persone LGBTI in Uganda. ll giorno dopo la firma della legge, i tabloid del Paese hanno iniziato a "gridare" fuori le persone gay.

Ora un buon numero di persone LGBTI è in fuga dal Paese per la propria sicurezza.

La polizia ha anche chiuso una clinica che serviva alla prevenzione dell'HIV con il pretesto di prevenire le assunzioni e la formazione di nuovi giovani omosessuali.

Si è assistito di recente ad una marcia organizzata da un assemblea di giovani di tutte le scuole in Uganda, da asili e da università per poter manifestare il loro disprezzo. Purtroppo molti di questi ragazzi non hanno ancora capito il problema, figuriamoci se possono dare un giudizio su di esso, ma questo non ha impedito agli autori di mostrare la propria ostilità verso i gay.

I danni a lungo termine che si stanno producendo nel futuro delle persone omosessuali in Uganda non vanno sottovalutati.

In molte parti dell'Africa i leader religiosi sono ancora altamente rispettati a volte perfino visti come rappresentanti di Dio sulla terra, per tanto le loro opinioni anti-gay detenute per qualsiasi motivo personale, sono un mezzo molto potente per diffondere la loro ideologia di odio verso le persone omosessuali.

david kato


La nuova legge è attualmente messa in discussione nei tribunali ugandesi ma la lotta contro di essa sarà sicuramente lunga e difficile. Abbiamo visto sfilare ed arrestare persone LGBTI in Uganda . L'ideologia dell'odio gay rivendicato sulla loro vita, ricordiamo il
caso di David Kato, l'attivista ucciso nel 2011 e di Eric Lembembe ed altri che si sono suicidati a causa delle persecuzioni che si sono trovati ad affrontare. Molti si sono rifugiati ed eric ohena lemembe
altri vivono nella paura per la propria vita.

Anche altri Paesi vicini si stanno iniziando a rinvigorire le teorie d'odio verso la comunità gay. In Kenya hanno formato un caucus per combattere l'omosessualità alla stesso tempo stanno pianificando di introdurre una mozione in parlamento che convinca le autorità a far rispettare in modo più rigido le leggi anti- omosessualità.

In Etiopia i legislatori si sono resi favorevoli ad approvare una legge che mette l'omosessualità nell'elenco dei reati considerati" non perdonabili" ai sensi del diritto di amnistia del Paese.


Nella Repubblica democratica del Congo, uno dei pochi paesi Africani che non criminalizzava l'omosessualità, Steve steve mbikayi2Mbikayi un parlamentare con il Parti Travailiste Congolais (PTC) ha richiesto all'Assemblea nazionale congolese di criminalizzare l'omosessualità in modo esplicito.


In Sud Africa sono state accusate molte persone LGBTI, che ora stanno lasciando il paese. Si sta ampiamente diffondendo in tutta l'Africa il virus HIV per tanto alcune persone sono state portate a credere che per combattere il virus bisogna prima combattere i gay.

Nell'ultimo periodo le persone omosessuali hanno dovuto affrontare solo omicidi isolati piuttosto che lo sterminio di massa, ma la continua diffusione di questa credenza d'odio verso i gay in Africa mette il continente su un percorso pericoloso per le uccisioni di massa, un nuovo genocidio LGBTI.

Un pensiero che cresce e si diffonde gradualmente e viene radicato in profondità nel cuore delle persone, il danno è evidente e bisogna arrestare l'espandersi di queste leggi marce che richiedono l'estinzione di ogni gay in Uganda. I discorsi anti-gay da parte del Presidente ugandese ed altre opinioni dei leader a lungo andare possono essere utilizzate da vigilantes anti-gay per spazzare via le persone LGBTI dal Paese.


Il mondo non può permettersi di ignorare questa campagna di odio contro le persone omosessuali. Dal Rwanda alla Bosnia alla Germania nazista, le lezioni della storia sono ossessivamente chiare, il momento di agire è adesso.


Noi non restiamo silenti e vi invitiamo a Roma il 18 maggio per partecipare al convegno organizzato dal Circolo Mario Mieli per supportare la lotta delle persone omosessuali in Uganda e tutta la popolazione LGBTI in Africa, perché tutte le persone hanno diritto di essere libere di esprimere se stesse al di fuori da ogni ideologia ed imposizione.

Nei prossimi giorni vi daremo altri dettagli sulla manifestazione.
Tobias Pellicciari