OHANA significa famiglia

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Ha preso il via la campagna di informazione e sensibilizzazione a sostegno dell’omogenitorialità realizzata dal collettivo brianzolo MELADAILABRIANZA“Movimento di cuori liberi”.




Ha preso il via OHANA #significafamiglia, la campagna di informazione e sensibilizzazione a sostegno dell’omogenitorialità.

Realizzata dal collettivo brianzolo MELADAILABRIANZA“Movimento di cuori liberi” con fotografie a cura di Manuela Liotto, la campagna si pone come fine l’abbattimento degli stereotipi che circondano il desiderio delle coppie omosessuali di creare una famiglia e di diventare genitori, portando a testimonianza ricerche scientifiche la cui attendibilità è comprovata e che suffragano ampiamente la possibilità di un bambino di crescere in modo sano con genitori omosessuali.

«OHANA #significafamiglia è un importante mattone nella costruzione di una società migliore – ha piegato Viviana Bruno, portavoce del collettivo Meladailabrianza – e la realizzazione stessa di questa campagna ci ha dato modo di renderci ancora più consapevoli di quanto la cittadinanza sia pronta a questo cambiamento e di quanto lo desideri. La meladailabrianza ohana-presvolontà di creare una famiglia è inalienabile dal cuore di coloro che si amano e condividono una vita. Le persone hanno il potere e tutti insieme possiamo cambiare le cose e noi siamo felici di incontrare ogni giorno, sulla nostra strada, persone che come noi, hanno voglia di metterci la faccia e di provare a rivoluzionare questa società. Perché la famiglia è un diritto di tutti».

Sui manifesti di OHANA #significafamiglia viene raccontata una storia. La storia di una coppia come tutte, che, date forza e robustezza alle fondamenta del futuro, è in attesa: l’attesa di un cambiamento nella società e negli interlocutori a cui la richiesta stessa di avere un bambino è rivolta.

L’attesa di un figlio come simbolo del limbo in cui molte coppie omosessuali sono costrette a vivere non potendo realizzare appieno il proprio progetto di vita e d’amore.

Meladailabrianza è questo che reclama: il giusto termine di quest’attesa.

Nel 1978 Michel Foucault ha scritto: «Se si vedono due omosessuali, o meglio due ragazzi che se ne vanno insieme a dormire nello stesso letto, in fondo li si tollera, ma se la mattina dopo si risvegliano col sorriso sulle labbra, si tengono per mano, si abbracciano teneramente, e affermano così la loro felicità, questo non glielo si perdona. Non è la prima mossa verso il piacere ad essere insopportabile, ma il risveglio felice».

A questo proposito, Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista italiano, professore ordinario di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma, in Le Cose Cambiano ha scritto: «Se in passato, lo scandalo era la devianza, oggi ciò che preoccupa e spaventa, fino all’odio, è la possibilità di una normalità omosessuale e della sua realizzazione affettiva, familiare».

Nel 2011 l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), per la prima volta, ha condotto una rilevazione statistica sulle opinioni e gli atteggiamenti dei cittadini nei confronti della popolazione omosessuale e transgender, nonché le difficoltà che questi ultimi incontrano nella famiglia e nella società.
I dati, resi noti nel 2012, mostrano che il 62,8% dei rispondenti è d’accordo che una coppia di omosessuale possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia eterosessuale sposata, ma ben l’80% è contrario alla possibilità che una coppia omosessuale possa adottare dei figli.

Eppure, nel 2011 l’Associazione Italiana di Psicologia aveva preso una posizione molto chiara: «Le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale sul rapporto fra relazioni familiari e sviluppo psicosociale degli individui. Infatti i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psicosociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che meladailabrianza ohana
si attualizzano al suo interno. In altre parole, non sono né il numero né il genere dei genitori, adottivi o no che siano, a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano».

In particolare, la ricerca psicologica ha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano conviventi, separati, risposati, single, o dello stesso sesso. I bambini hanno bisogno di adulti in grado di garantire loro cura e protezione, insegnare il senso del limite, favorire tanto l’esperienza dell’appartenenza quanto quella dell’autonomia, negoziare conflitti e divergenze, superare incertezze e paure, sviluppare competenze emotive e sociali. Infine, l’Associazione Italiana di Psicologia invita i responsabili delle istituzioni politiche, sociali e religiose del nostro Paese a tenere in considerazione i risultati che la ricerca scientifica ha prodotto sui temi in discussione.

Maggiori informazioni sull’iniziativa sono disponibili sul sito dell’associazione.
M.Z.