Coming out Day, scrivi il tuo pensiero

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Coming out

Per la giornata internazionale del Coming out, Arcigay Bari invita
le persone Lgbtqi a 
scrivere una testimonianza, un pensiero.






Giovedì 11 ottobre 2012 si celebra il XXIV Coming Out Day, una ricorrenza internazionale in cui si riflette sull’importanza del “coming out” . L’espressione deriva dalla frase inglese coming out of the closet, letteralmente “uscire dall’armadio a muro”.

Arcigay Bari sta invitando gli amici a pubblicare un pensiero o la propria testimonianza sul coming out. Lo potete fare anche voi visitando il sito e seguendo e seguendo le semplici indicazioni.


Io l’ho fatto, ecco la mia testimonianza:


«Parlare di coming out per me è strano, mi sono sempre battuta per i diritti civili, ho iniziato la mia battaglia nel Fuori
di Milano e non ho più smesso. Da questo punto di vista mi considero molto fortunata, ho sempre avuto accanto persone che condividevano le battaglie, per me l'omosessualità è sempre stata "normale". Se qualcuno aveva reazioni negative, io lo guardavo e dicevo "è un problema tuo, vedi di risolverlo".
Non ho mai nascosto la mia omosessualità, nemmeno in ambito lavorativo.
Ma sono consapevole che molte persone devono affrontare grandi problemi e proprio per questo continuo la mia battaglia.
Sono felicemente "sposata" (vorrei esserlo veramente) da più di 14 anni con Flaminia e insieme portiamo avanti la nostra battaglia per i diritti civili (non solo Lgbtqi), utilizzando un'arma che noi riteniamo importante: la scrittura.
Noi siamo convinte che la cultura sia una leva fondamentale per generare i cambiamenti che ci consentiranno di ottenere i diritti finora negati.
Noi facciamo coming out tutti i giorni comportandoci in modo normale, guardando le persone negli occhi,  senza mai negare chi siamo. nemmeno quando notiamo uno sguardo di insofferenza, o peggio, di intolleranza».
 

Occhio    

La storia del Coming out

L’idea del coming out fu introdotta nel 1869 dal tedesco Karl Heinrich Ulrichs, pioniere del movimento per i diritti di gay, lesbiche e transgender, che sosteneva l’importanza di “uscire allo scoperto” al fine di modificare l’opinione pubblica.

Il primo Coming Out Day si è tenuto negli USA l’11 ottobre 1988, grazie allo psicologo Robert Eichberg e al politico e attivista LGBT Jean O’Leary, i quali scelsero tale data in occasione dell’anniversario della seconda marcia nazionale su Washington per i diritti di uomini e donne omosessuali. Da allora, ogni anno, si organizzano eventi per celebrare il coming out in ogni parte del mondo, tutti ispirati al medesimo messaggio: “Sii te stesso, non uno stereotipo”.

Da recenti dati Istat è emerso che nel nostro Paese le persone che si sono dichiarate omosessuali o bisessuali sono circa un milione, ovvero il 2,4% della popolazione residente in Italia. Alla domanda “Con chi avete fatto per la prima volta coming out”, queste hanno risposto di sentirsi più a loro agio a parlare con i propri amici e i colleghi piuttosto che con genitori o parenti, ad indicare ancora una profonda e radicata cultura etero-normativa che spesso è l’unica disponibile all’interno delle mura domestiche.

Il Coming Out Day si configura quindi come un evento fondamentale, in grado di promuovere e favorire una presa di coscienza di tutta la popolazione, perché solo attraverso un reale rispetto e una sincera accettazione potremmo permettere che il nostro amico, collega o figlio si possa sentire sereno e forte tanto da fare “coming out”.


Forza, non siate timide/i e scrivete il vostro pensiero.

Marinella Zetti