L'Annunziata e gli omo/transessuali italiani

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Da quando durante la trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro, 
Lucia Annunziata se n’è uscita con la sua battutaccia «Difenderei Celentano anche se dicesse di mandare i gay nei campi di sterminio»…


 

 

Da quando durante la trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro, Lucia Annunziata se n’è uscita con la sua battutaccia «Difenderei Celentano anche se dicesse di mandare i gay nei campi di sterminio»… e la conseguente promessa di dedicare ai gay italiani lo spazio di In Mezz’ora, a mo’ di atto riparatorio… Sul Web, e in special modo sui Social Network italiani, si è scatenata la ridda delle ipotesi su chi avrebbe rappresentato i gay nello spazio concesso su RAI 3.

 

 

A poche ore dalla messa in onda della trasmissione, alcuni commentano: “la scelta non deve essere stata particolarmente agevole, vista la storicaframmentazione e litigiosità delle associazioni medesime" (Cronachelaiche.it)

“Storica frammentazione e litigiosità delle associazioni”: questo ha scritto il giornalista, e questo dice e osserva chiunque si fermi per un istante a osservare la “piccola galassia” del movimento Lgbtqi italiano.

Dati alla mano, tra i Paesi occidentali, l’Italia è tra quelli che meno tutelano le persone omo/transessuali, e queste persone sono quelle che meno di altri cittadini vedono garantita in una qualche forma i loro “diritti”.
Per altro verso le Associazioni Lgbtqi (lesbiche, gay, bisex, transgender, queer e intersessuali) sono tanto numerose quanto poco rappresentative del numero complessivo dei soggetti coinvolti, questo significa che il numero degli iscritti ad Associazioni Lgbtqi non rappresenta neppure il 10% delle persone Lgbtqi italiane.

E allora come mai queste Associazioni si arrogano un’autorevolezza che in realtà non hanno?
Forse per queste Associazioni accade ciò che si verifica con i Partiti politici: pur avendo un numero di iscritti sempre più basso, anch’essi si arrogano il diritto di rappresentare i cittadini italiani.
E quando si tratta di avviare un tavolo-per-il-dialogo è più semplice chiamare questi pseudo-rappresentanti che non andarsi a impelagare negli altri…

“Gli altri”… la maggior parte dei cittadini di questo Paese, la maggior parte delle persone Lgbtqi italiane. Quelli che lavorano, che pagano le tasse e che hanno pochi o nessun diritto.
Nessuna agevolazione, raccomandazione, tangente.
Già, perché questo parallelo Partiti politici/Associazioni Lgbtqi forse funziona anche per altri aspetti, e forse chiarirebbe – una volta per tutte – la ragione della loro estrema “frammentazione e litigiosità”…


Il denaro
Qual è l’incentivo che corrompe gli ideali dei Partiti politici italiani? Il denaro appunto, chiamiamolo “tangenti”, mazzetti o pizzo, il risultato non cambia.
E “forse” le Associazioni Lgbtqi sono state “storicamente” corrotte dalla stessa identica motivazione: il denaro. C’è l’immensa torta dei “contributi statali, regionali, provinciali” da spartire, c’è la grandiosa fetta del senso di colpa che si trasforma in sovvenzioni, apporti, versamenti a titolo di… Un fiume di denaro che dev’essere spartito tra chi ne ha più diritto o, se preferite, tra chi si arroga il diritto di averne diritto.
Non ci vuole molto a seguire la trasparenza di questo mio ragionamento e a verificarlo.

Ma ciò che poi è peggio sono i risultati di questo “schifo”.
Mentre pochi si contendono il denaro versato da uno Stato “in difetto” (di leggi, di diritti), mentre le Associazioni istituzionali Lgbtqi si sbranano per contendersi questo denaro, gay, lesbiche e transgender continuano ad essere picchiati e insultati, mentre le Associazioni commemorano quei morti dei quali se ne sono infischiati da vivi, altre persone cadono, vengono ferite, subiscono atti di Omo/Transfobia.

Non guarderò il teatrino dell’Annunziata, non mi riconosco né nel suo modello etico di vita né in quello dei suoi ospiti che saranno, purtroppo, i soliti noti…
Flaminia P. Mancinelli
(2 marzo 2012)