Un nuovo Format da Sabina Guzzanti

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Sarà che l’attenzione dei critici televisivi – sia quelli pro sia quelli contro la Guzzanti – era concentrata sull’attrice controcorrente che tornava in tv dopo 9 anni di esilio forzato…



Sarà che forse tutti costoro erano intenti a raccogliere prove che, a seconda dei punti di vista, dimostrassero o meno la sua tenuta… 
Sarà che tutti erano impegnati a registrare fino a che punto la Sabina osasse spingersi nella sua satira…
Sarà che ormai, tutti noi, viviamo il fenomeno televisivo tra un misto di rigetto da sovraesposizione e una passività preoccupante… 
Ormai cosa più potrebbe emozionarci, commuoverci o spingerci a una sfrenata risata che non si sia già visto, digerito ed espulso? 

un-due-tre-stellaFatto è che nella prima puntata del suo nuovo programma – Un due tre stella, trasmesso il 14 marzo da LA 7 – Sabina Guzzanti ha presentato al suo pubblico un FORMAT nuovo di zecca e nessuno tra i critici pro o tra i suoi detrattori sembra essersene reso conto. Ahimé!
Già perché quando la condizione di uno spettatore è ridotta a quella in cui versano gli spettatori italiani, quello che resta è cercare le radici – le colpe – di tale condizione. 
Il dito dello storico onesto ovviamente si punta sulle trasmissioni “spazzatura” che dai canali Mediaset, per misteriosa proprietà transitiva, hanno dilagato sui canali della R.A.I. e sull’etere tutto da trent’anni a questa parte. 
Ciò che - al solito – però stupisce è l’assordante silenzio di quelli che per lavoro dovrebbero essere vaccinati, di chi per contratto dovrebbe ancora esercitare capacità di giudizio e di critica, insomma ciò che sorprende è l’omologazione che abbiamo registrato nelle pagine dei critici televisivi.

 

Nessuno si è accorto della novità, il coacervo di splendide novità raccolte in poco più di due ore di trasmissione. Tutti, invece, con toni più o meno caustici hanno acceso i riflettori sulla qualità della recitazione di Sabina Guzzanti, sul ritmo della trasmissione, sull’impatto delle battute.
Noi, da semplici spettatori, tenteremo di elencarvi ciò che ci ha favorevolmente colpiti, quanto di finalmente nuovo abbiamo visto e percepito, con il solo scopo di allertarvi sull’esistenza di questa “piccola rivoluzione” messa in atto da un’attrice sensibile e capace, forse troppo per questo Paese di rivoluzionari mancati.


Ok anche l’avvio della trasmissione è stato quantomeno “insolito”: Sabina Guzzanti ha iniziato il suo fuoco di fila satirico appollaiata sui rami di un albero. Posizione insolita che avrebbe dovuto allertare anche i più distratti. Certo sia da quell’intreccio di rami sia, poco dopo, dal centro delsabina guzzanti palcoscenico la sua “recitazione” denunciava la trepidazione che di certo era in lei, l’ansia che 9 anni di esilio avrebbero suscitato persino in Gassman. Difatti man mano che il programma è andato avanti le incertezze e le impuntature sono diminuite, sino a scomparire del tutto.
Ma quello che a noi sembra naturale, per certi critici è stato preso come “prova provante” della “caduta” della nostra attrice, il segno inequivocabile del suo “non essere più…”.
Ma sappiamo che gli amici si vedono nei momenti peggiori, e questi devono essere stati di sicuro proprio quei primi minuti dopo tanti altri minuti, giorni, mesi, anni di silenzio forzoso.
Ma procediamo…

La satira c’era, e graffiante e a 360°: Sabina non ha paura di farsi nemici – altri nemici -, ha le spalle forti, per sua e per nostra fortuna. Così la sua ironia, prendendo spunto dalla cronaca giudiziaria recente, ha spaziato dalla mafia agli appartamenti con vista Colosseo, colpendo (e affondando a destra come a sinistra), e la risata ma soprattutto i sorrisi che accoglievano i suoi puntuali strali erano splendidamente liberatori. Ne avevamo davvero bisogno, e forse era dai tempi di Pasquino che ne eravamo privi. Ormai sottoposti a una satira asservita al regime, che cammina in punta di piedi e che pur di mantenere l’ingaggio in prima serata ricorre a innocue e prevedibili battute sul sesso o su personaggi di poco conto. Per inciso, perché dovrei divertirmi delle manchevolezze del Fabio Fazio di turno? Lui è solo uno dei soliti yes-man che la tv di Stato mi propina, che si ammanta di rivoluzioni immaginarie mentre ospita gli autori che la Mondadori commercializza (vi ricordate i due interventi di presentazione del libro di Christian De Sica in occasione delle feste natalizie? Beh, io sì. Forse il primo non aveva alzato le vendite e dopo qualche settimana la presentazione fu replicata…). Ma certo è meno rischioso ironizzare sulle dimensioni del corredo genitale di costui che non puntare l’artiglio della satira su connivenze e corruzioni. Anche perché, è anche vero, che ormai su queste… non ci resta che piangere.


Ma torniamo a Sabina Guzzanti che ci ha poi presentati i suoi ospiti/collaboratori e –udite udite – seduti alla beneepeggio abbiamo visto uno studente, un economista bocconiano-ma-controcorrente e un avvocato-di-sinistra!
Questo secondo indizio – la qualità sovversiva degli ospiti/collaboratori di Uno due tre stella!- avrebbe dovuto di nuovo allertare i critici di mestiere, ma…

E poi chi c’era? Ah, sì… Michael Moore in collegamento dagli U.S.A., un redivivo Nino Frassica e 2-3 giovani comici del tutto sconosciuti al pubblico della tv. Gli stacchi musicali erano affidati a un gruppo di musicisti e ballerini alternativi, e a fare da spalla alla Guzzanti una voce che da fuori campo le rammentava tempi e scaletta della trasmissione.
Per dovere di cronaca va ricordato che la trasmissione – in diretta – ha avuto luogo in uno spazio di Roma che nei mesi scorsi è stato occupato dalla gente comune, che in questo modo ne ha impedito il cambiamento d’uso da spazio culturale e spazio aziendale privato.

Non starò qui a farvi il riassunto di tutta la puntata - se l’avete persa, se vi avete rinunciato preferendole l’ennesima sconfitta dei nostri in una delle coppe o per gustarvi la 32ma replica di un C.S.I d’annata… fatti vostri! -, ma vi dirò giusto un paio di cosette che forse vi spingeranno, mercoledì prossimo, a seguire LA 7 invece di altro.
Dunque tra uno sketch satirico e un’esibizione musicale, il format di Uno due tre stella ha collocato interventi tesi a spiegare - anche ai non addetti, anche a chi di economia proprio niente – quale potrebbe essere una interpretazione DIVERSA delle modalità con le quali far fronte al DEBITO che l’Italia ha contratto negli ultimi decenni. Una interpretazione sostenuta – nota bene – non da uno scalmanato antagonista… Ma da un quotato economista, un bocconiano che ebbe come relatore alla sua tesi di laurea nientepopodimeno che… il professor Mario Monti!

Un altro sketch, un po’ di musica e l’intervento, tutt’altro che a gamba tesa, di un avvocato che - non uno qualsiasi, non uno di quelli che il lunedì dibatte al Tribunale di Milano le cause di un certo ex-premier e il martedì siede nei banchi del nostro Parlamento – si è battuto per la raccolta delle firme sui referendum che poi la Corte costituzionale ha rigettato. E costui, certo Ugo Mattei, carte alla mano ha esposto tesi eretiche non solo per il Governo dei tecnici-di-destra, ma anche per uno di quelli della Sinistra del PD. Un certo Fassina.

Beh a sentirlo parlare della TAV, questo rappresentante della Sinistra del PD, ricordava più la nomenclatura dell’ex CCCP, ma lasciamo correre, si sa dai tempi di D’Alema e Veltroni che quelli (quelli che prima erano PC, poi convertiti alla Quercia e infine al PD) le cose di Sinistra non riescono proprio a dirle.

Un’altra cosa da sottolineare è la bravura e la freschezza dimostrata dai giovani buttati allo sbaraglio dalla Guzzanti, tutti dotati di un buon livello di padronanza del palcoscenico e, come la loro talent-scout, di una buona dose di satira graffiante.

Insomma, perfettibile ma interessante/stimolante/nuovo. Finalmente un programma che “intrattiene” in modo diverso, furbo o intelligente lo diranno i posteri, ma…
Ma finalmente un format originale che non ci siamo presi la briga di copiare dai fratelli maggiori degli States, finalmente qualcosa che si può guardare a diversi livelli, e ce n’è per tutti per chi nella tv cerca il disimpegno intelligente e chi l’eco del nostro travaglio quotidiano.

C’è qualcosa da ritoccare, forse, sulle tempistiche – l’intervista a Fassina ci aveva proprio accalappiati e ci sarebbe piaciuto vederlo finire finalmente in mutande questo pseudo-rappresentante della Sinistra che non c’è, ci sarebbe piaciuto vederlo sputtanato fino in fondo, ma in fondo lui è uno di seconda scelta e i Bersani, i Letta e i Fassino dalla Guzzanti certo non ci vanno.
Brava Sabina, e soprattutto grazie!

Anche ai coordinatori de La 7 i miei complimenti: avete colto l’aria che tira, che poi lo facciate per soldi, almeno noi la Guzzanti abbiamo potuto godercela e… a gratis!
Flaminia P. Mancinelli