La storia della Disco Music

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Il volume di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano analizza un fenomeno molto amato, ma anche molto osteggiato, che non ha mai smesso di appassionare. Intervista agli autori sul legame della Disco con il mondo Lgbt.









 

Sfogliare “Disco Music” di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano è compiere un viaggio nel tempo. Quante volte abbiamo ballato le canzoni inserite nel volume? Io davvero tantissime e, anche oggi, se sento quelle note non riesco a stare ferma.


Il volume inizia con due introduzioni: la prima di Amii Stewart e la seconda degli autori; seguono le “Istruzioni per l’uso” di Ezio Guaitamacchi che aiuta il lettore a districarsi in circa 500 pagine di racconti musicali. Alla fine, prima dell’interessante bibliografia, ci sono due postfazioni, una di Mario Biondi e l’altra di Ivan Cattaneo.


Newsweek, con Donna Summer in copertina, titolava: "Disco Takes Over" ("la disco prende il sopravvento"). 40 anni fa la disco music era al suo apice. Trascorsi tre mesi da quell'articolo, una parte dell'establishment tenterà di farla fuori. Invano: era già nel DNA della musica.
Il volume La Storia della Disco Music di Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano analizzaangeli-bufalini-stewart-sav radici, genesi e sviluppo di un melting pot sonoro, culturale e sociale dalle diramazioni creative: un fenomeno molto amato, ma anche molto osteggiato che si è evoluto in carismatico trend-setter di massa.
Per la prima volta in Italia viene narrata, da prospettive nuove rivolte al contesto socioculturale dell'epoca, la storia completa della disco music risalendo alle sue fonti afro, R&B, soul, funk fino ad arrivare alle contaminazioni con l'elettronica e l'evoluzione in Eurodisco, con un occhio di riguardo riservato alla fervida scena italiana della prima Italo Disco, approfondendo altresì il fenomeno delle originarie discotheques che, da Parigi, sono esplose a New York, centro gravitazionale di tutta la club culture, trampolino di lancio dei nuovi “ministri del suono”, i DJ e i loro vinili nel nuovo formato a 12 pollici. Una mappa fondamentale per orientarsi tra le varie correnti della disco assurte a fama mondiale: dalle origini afro di Manu Dibango e della Lafayette Afro Rock Band al solare Miami Sound, dalla disco-stomp di Bohannon alla Febbre del Sabato Sera, dall'orchestrale Philly Sound all'elettronica del Munich Sound di Giorgio Moroder, dalle superstar planetarie alle iconiche hits delle meteore e dei personaggi più oscuri, dal gay-clubbing di agli "alieni" atterrati sul dancefloor dai pianeti rock, funk e jazz.
Con un focus incentrato nel periodo 1974-1980 (prodromi ed epigoni annessi), La Storia della Disco Music è la prima narrazione completa, ricca di storie, aneddoti e citazioni, sul caleidoscopico genere che ha contribuito in modo fondamentale all'evoluzione della musica moderna.


Personalmente ho voluto coinvolgere gli autori anche con una domanda che pone in relazione la Disco Music con il mondo LGBT, perché sono convita che c’è un legame profondo.


D. La Disco Music è sempre stata di serie B, perché avete deciso di dedicarle un saggio?
R. Due sono le forti motivazioni che ci hanno spinto a omaggiare la Disco Music con questo volume di quasi 500 pagine: la passione e il riscatto.

cover-disco-musicPassione per questa musica innovativa che nella nostra adolescenza, a metà anni ’70, ci ha letteralmente conquistato con ritmi, colori, voci, trasgressioni e la sua irresistibile briosità.
Riscatto, in quanto la Disco è sempre stata bistrattata e sottovalutata anche se, e magari proprio perquesto, sbancava le classifiche di vendita. L’intellighenzia dell'epoca nutriva un atteggiamento di sufficienza nei confronti di un genere che veniva considerato, a torto, scadente musicalmente e privo di contenuti. In Italia, in particolare, la Disco Music, suo malgrado, si è trovata al centro di efferati attacchi da parte di tutte le forze politiche e culturali di quel periodo storico fortemente caratterizzato da conflitti ideologici e sociali. La sinistra la classificava come musica insulsa e reazionaria, simbolo del ritiro nel privato definito "riflusso"; la destra, seppure vicina al lato edonistico connesso al divertimento, ignorava le radici underground legate alle minoranze etniche e sessuali. Per non parlare poi della cultura catto-comunista che si scagliava contro l'eccentricità e lo spiccato erotismo di quella musica. Il riscatto è proprio questo: riabilitare a livello qualitativo la Disco e il suo fondamentale ruolo sociale di aggregazione e liberazione di tutte le “diversità”.


D. Disco Music e movimento LGBT sono molto legati, pensate che il vostro saggio possa contribuire alla lotta contro omolesbobitransfobia?
R. Riteniamo di sì. Il nostro non è soltanto un saggio musicale, ma anche storico-politico: parte dalle origini della disco che coincidono con la nascita del movimento omosessuale in USA e in Inghilterra quando, ad esempio, nelle prime parade nelle strade di San Francisco, l’assessore Harvey Milk sfilava al fianco di Sylvester e Grace Jones proprio al ritmo di questa musica. Abbiamo voluto quindi evidenziare come la Disco, più di ogni altro genere musicale, sia stata la voce del travaglio e della liberazione di una comunità che ha trovato il proprio habitat di lotta a cominciare dal dancefloor. Nei club ognuno poteva essere se stesso senza temere giudizi e pregiudizi: impegno e divertimento savastano angelibufalinicollettivo si univano per la prima volta allo scopo di rivendicare uguaglianza sociale e diritti per la comunità LGBT.

Il nostro intento con questo libro è anche quello di dare un contributo per far comprendere che la omolesbobitransfobia, in parallelo con quella che noi definiamo “discofobia”, è, oggi come allora, trasversale ad ogni fazione politica e culturale: questo è bene tenerlo a mente.  


D. E oggi che ne è stato della Disco?
R. Lungi dall’essere un fenomeno di nicchia, la Disco è ormai entrata nel DNA della musica popolare senza essere mai sparita nel nulla, ma rigenerata, magari con altre denominazioni, in differenti forme. Senza un brano del 1977 come I Feel Love della regina Donna Summer, tutta la dance e il synth-pop sorti dagli anni ’80 in poi con Madonna, Pet Shop Boys, Kylie Minogue fino alle nuove star come Lady Gaga, non sarebbero mai esistiti.
Per non parlare dell’attuale scena elettronica rappresentata dai Daft Punk che deve tutto ai sintetizzatori del nostro Giorgio Moroder. Di continuo nella scena musicale odierna si colgono riferimenti e smaccate ispirazioni al Disco-cosmo: ben venga l’indovinata “Future Nostalgia” di Dua Lipa o The Weeknd, ma quando su You Tube o alla radio parte un brano di una delle icone della Disco doc, tutti, anche i più giovani, rimangono incantati dal magnetismo luccicante e glamour di un’epoca irripetibile.




Chi sono gli autori

Andrea Angeli Bufalini giornalista, critico musicale e scrittore, ha all’attivo pluriennali 
andrea-angeli-bufalinicollaborazioni con varie testate musicali tra cui “Radio & TV”, “Dance Music Magazine”, “Raro!”, “Musica & Dischi”, “Rockstar”, collana “Dance” di De Agostini Editori, “Classic Rock”, “RadioCorriere Tv”. È co-autore con Giovanni Savastano del libro “Disco. Storia illustrata della discomusic” (Arcana, 2014). Laureato in Giurisprudenza, funzionario Rai nel settore radiofonico musicale, per anni è stato rappresentante per l’Italia di Eurosonic, radio-workshop di musica leggera presso l’EBU-European Broadcasting Union.

Uno dei suoi vezzi? Oltre a collezionare vinili di disco-funky-soul, farsi fotografare con artisti stranieri e italiani, ma solo se da lui intervistati: finora sono un migliaio gli scatti raccolti nel suo album.


giovanni-savastanoGiovanni Savastano psicoterapeuta, docente e scrittore, nonché appassionato e cultore di musica, cinema e filosofia. Ha iniziato il viaggio nella scrittura con articoli e libri di psicologia; poi, dopo aver seminato qualche racconto breve per Feltrinelli e Giovane Holden, è saltato sui vagoni musicali, scrivendo sulle riviste “Musica e Dischi”, “Classix” e “Classic Rock” e pubblicando, insieme ad Andrea Angeli Bufalini, il volume “La disco. Storia illustrata della discomusic” (Arcana, 2014). Ora, dopo un’entrata in sala cinematografica con il saggio biografico “Gian Maria Volonté. Recito dunque sono” (Edizioni Clichy, 2018), ritorna sul dancefloor.