Susan Sontag

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La biografia di Benjamin Moser ha vinto il Premio Pulitzer 2020. In attesa che qualche editore “illuminato” la proponga in italiano, vi consiglio le recensioni di Elena Tebano e Paola Guazzo.








 

 

Il desiderio di scrivere questa breve riflessione è nata leggendo i testi di Paola Guazzo ed Elena Tebano: due recensioni della biografia di Susan Sontag, scritta da Benjamin Moser e pubblicata nel 2019 che ha vinto il prestigioso Premio Pulitzer 2020.
Due recensioni che vi consiglio di leggere.

La biografia è stata tradotta solo in tedesco e olandese. Probabilmente arriveranno la versione francese e spagnola. Chissà se qualche casa editrice italiana “illuminata” labenjamin-moser proporrà in italiano.

Chi sarà in grado di accettare la sfida?
In questo momento di profondo rosso del mondo dell’editoria mi rendo conto che non tutti possono permettersi di investire per l’acquisto dei diritti d’autore e per la traduzione, però io spero che ci sia qualche temerario che decida di farlo.

Sto pensando a La nave di Teseo, Fazi, Fandango, Bollati Boringhieri, Saggiatore, un tempo avrei puntato su Feltrinelli ed Einaudi. E poi ci sono E/O, Effequ, Leone Editore e tanti altri editori indipendenti.

Susan Sontag non era solo lesbica, era una saggista che amava raccontare il mondo e lo sapeva fare. I suoi libri sono una fotografia di un periodo storico che ha lasciato un cover-malattia-come-metaforimportante segno nel XX secolo. Ad esempio, “Malattia come metafora” è una delle analisi più lucide e struggenti su come e perché il mondo abbia demonizzato e colpevolizzato i gay per il virus. Purtroppo non è disponibile perché fuori catalogo.
In "Odio sentirmi una vittima" Susan Sontag spiega che cosa significhi essere una donna intelligente, indipendente e appassionata. Una donna checover-odio-sentirmi ha saputo trasformare l'inquietudine esistenziale in un'incessante e fruttuosa ricerca, nella tensione a reinventarsi perpetuamente. Una donna che non ha avuto paura di rivoluzionare tutto più e più volte, muovendosi sempre in terra straniera e sempre scoprendo di essere già in cammino: una vita passata ad andare via, un eterno apprendistato alla vita.


In attesa della versione italiana di “Sontag: her life and work”, non ci rimane che consolarci rileggendo i suoi saggi.
MZ